Cultura e Spettacoli

“Un digiuno pubblico è illegale…”

Lo soprannominarono il Gandhi italiano per la vastità delle lotte non violente cui diede impulso nella Sicilia del dopoguerra a favore di poveri, emarginati e senza lavoro. Eppure la figura di Danilo Dolci, questo sociologo ed educatore, che per il suo nobile attivismo nel 1957 venne insignito dall’URSS del Premio Lenin per la pace (premio che egli accettò pur dichiarandosi ‘non comunista’ e i cui soldi spese per costituire a Partinico il ‘Centro Studi e iniziative per la piena occupazione’), non è nota quanto meriterebbe. A ostruire quest’altra falla nella cultura collettiva provvede un teatrante, il bravo Giuseppe Semeraro, un cui lavoro, ‘Digiunando davanti al mare’, è stato in cartellone al Kismet domenica scorsa. Nato da un progetto dello stesso Semeraro, l’allestimento si avvale della drammaturgia di Francesco Niccolini. Diretto da Fabrizio Saccomanno, Giuseppe Semeraro è unico interprete di uno spettacolo interessante e particolarmente essenziale. A parte una sedia e un elementare ma efficace disegno luci, Semeraro non dispone d’altro per dare vita ai due unici personaggi portati in scena. Due distinti monologhi scorrono in parallelo scambiandosi il testimone per tutta la durata dello spettacolo. La figura di Dolci emerge bene, ma solo quando a dire non è l’immagine di Dolci che i suoi scritti ci restituiscono. Ovvero il contrario di quanto accade nel sapido racconto del suo più stretto collaboratore, sulle cui spalle forse era il caso di caricare l’intera struttura drammaturgica. Questo perché solo nella voce di questo collaboratore e sventuratissimo uomo del popolo acquistano spessore elementi e dettagli utili a realizzare la portata dell’azione di Danilo Dolci. Lo spettacolo è poi una miniera di episodi passati alla storia : Il 2 febbraio 1956 ebbe luogo, a Partinico, lo ‘sciopero alla rovescia’. Alla base c’era l’idea che se un operaio per protestare si astiene dal lavoro, un disoccupato può scioperare invece lavorando. Così centinaia di disoccupati si organizzarono per riattivare pacificamente una strada comunale abbandonata; ma i lavori vennero fermati dalla polizia e Dolci con altri fu arrestato. Il 14 ottobre del 1952, a Trappeto, Dolci diede inizio alla prima delle sue numerose proteste nonviolente digiunando sul letto di Benedetto Barretta, un bambino morto per la denutrizione. Se anche Dolci fosse morto di fame, lo avrebbero sostituito, in accordo con lui, altre persone, fino a quando le istituzioni italiane non si fossero interessate alla povertà della zona (cosa che poi effettivamente avvenne). Nel gennaio del 1956 oltre mille persone spronate da Dolci presero posto sull’arenile di San Cataldo e col viso rivolto al mare diedero vita ad uno sciopero della fame per protestare contro la pesca di frodo che, tollerata dallo Stato, privava i pescatori onesti del principale mezzo di sussistenza (di qui il titolo dello spettacolo di Semeraro). Ma intervenne la polizia a sciogliere la manifestazione perché “un digiuno pubblico è illegale”.
Italo Interesse


Pubblicato il 15 Febbraio 2018

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