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Un disavanzo da 528 milioni, solo un intervento del governo può salvare le casse

“Solo un intervento del governo può salvare le casse pugliesi dall’effetto boomerang della sentenza della Consulta sulle anticipazioni statali. Diversamente, la Puglia chiuderà il bilancio annuale con un disavanzo di circa 528 milioni di euro”. E’ stato presto fatto il calcolo della mazzata che potrebbe davvero costare cara ai contribuenti pugliesi dal Gruppo consiliare di Forza Italia, Andrea Caroppo, al termine dell’audizione da lui richiesta dell’assessore al Bilancio nella I Commissione di via capruzzi, ieri mattina. “La Puglia – ha aggiunto Caroppo – come la maggior parte delle Regioni italiane, ha usufruito, di alcune facilitazioni di legge per il pagamento dei debiti delle Asl. Nel 2013 è arrivata la prima tranche di 334 milioni di euro e nel 2014 la seconda di 318 milioni. Somme che, in base a quanto assicurato dall’assessore al Bilancio, sono state utilizzate esclusivamente per il pagamento dei debiti sanitari e non per produrre nuova spesa pubblica. Oggi, però, la sentenza della Corte Costituzionale ha sollevato una questione contabile e giuridica: le Regioni, Puglia compresa, hanno utilizzato le risorse ex art 3 di quel decreto interpretando la misura alla stregua di un mutuo statale. I giudici hanno sfilato il cartellino rosso, allora, sostenendo che le somme vadano considerate invece come delle vere e proprie anticipazioni e, dunque, debba essere costituito un fondo vincolato di pari importo così come già richiesto dalla Corte dei Conti nel giudizio di parifica del rendiconto 2014. Un obbligo a cui la Puglia non ha ancora adempiuto e non possiamo farci trovare impreparati. Ho rinnovato, pertanto, l’invito ad avviare una seria ‘spending review’, tenuto conto anche dell’ennesimo aumento della spesa corrente che ha superato i 9 miliardi di euro nell’ultimo rendiconto approvato. L’assessore Piemontese, inoltre, si è detto ottimista circa un intervento in zona Cesarini del governo nazionale, che potrebbe legiferare offrendo un ‘ombrello’ alle Regioni che si trovano attualmente esposte. La questione è aperta ed è inserita anche nell’agenda dei lavori della conferenza Stato-Regioni. Allo stato attuale, però, – la conclusione di Caroppo- la Puglia chiuderà con un disavanzo consistente e l’unica strada percorribile è quella del taglio agli sprechi per evitare che il centrosinistra opti, come gli è più congeniale, per mettere ancora le mani nelle tasche dei cittadini”. Un buco che può arrivare a venti miliardi di euro e un piano straordinario per il rimborso dei debiti arretrati della pubblica amministrazione che, se non si dovesse porre rimedio, si risolverebbe in una catastrofe per i bilanci regionali. Si può leggere – come spesso accade in questo Paese  – sotto duplice veste la vicenda che mette a rischio perfino i conti pubblici dello Stato, dopo che negli ultimi due anni quasi tutte le Regioni hanno usato quei 26 miliardi prestati dallo Stato, appunto, tra il 2013 e il 2014. Un fiume di quattrini pubblici vincolati al ripiano dei debiti di quasi tutte le regioni italiche, anche per finanziare nuova spesa corrente, in barba alle regole contabili. La Consulta, attivata dalla Corte dei Conti, a fine luglio scorso ha dichiarato incostituzionale il bilancio di assestamento 2013 della regione Piemonte, e dopo questa sentenza, rischiano la bocciatura della Corte dei Conti i bilanci di quasi tutte le altre Regioni. Tuttavia l’ex assessore vendoliano Fabiano Amati, dopo l’audizione di ieri, s’è detto cautamente ottimista, mettendo in discussione gli effetti della sentenza della Consulta. “Dubito fortemente che la sentenza della Corte costituzionale sulle anticipazioni di liquidità del Piemonte possa riguardare la Puglia. Ma a scanso di equivoci penso che tocchi al Parlamento nazionale emanare norme interpretative che mettano al riparo quasi tutte le regioni italiane dagli eventuali effetti di disequilibrio che dovessero derivare sui bilanci in forza della sentenza. Questo compito tocca al Parlamento”. In ogni caso, per essere certi di non avere brutte sorprese, da queste parti si cerca una soluzione per limitare il più possibile gli eventuali danni, ma è chiaro che –su questo sono d’accordo tutti – servirà una legge per sanare almeno in parte gli effetti deleteri della sentenza, visto che l’abolizione delle Province doveva portare forti risparmi già da quest’anno, ma alla fine sarà il governo a metterci soldi, oppure a inventarsi qualche altra ‘sanatoria’. Aria amara, insomma, se a rimetetre a posto il bilancio non arriva anche in Puglia la solita ‘manina’ dalla tanto deprecata Roma..mammona! 

 

  Antonio De Luigi


Pubblicato il 8 Settembre 2015

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