Cronaca

Un fiume di droga a Bari, i professionisti sono i primi consumatori

Avvocati, babysitter, medici, liberi professionisti, politici ed imprenditori: queste le figure che emergono da oltre un anno di indagini condotte dal criminalista Michele Cagnazzo su Bari e provincia. Classi a cui non mancano soldi e possibilità sarebbero i primi consumatori di “polvere bianca”. Mestieri diversi di persone a cui viene affidata la nostra vita quotidianamente, un’istantanea di quella Bari ” per bene ” piena di storie simili, molte senza risposta. In concomitanza con l’uscita del suo secondo libro abbiamo chiesto al criminalista Michele Cagnazzo maggiori informazioni sulla faccenda e chiarimenti in merito alle stime effettuate sul consumo di droga. Come apparso su riviste e televisioni italiane la notizia lascia senza parole: nove baresi su cento fanno uso di cocaina. E’ una novità? Non lo sappiamo già tutti? Come sono ricavati questi dati e come possiamo farli diminuire? Il punto è come agire di fronte ad una situazione così grave. I consumatori si riforniscono  da tutta la provincia, maggiormente nel quartiere di Japigia. In tanti compiono questi “viaggi” nella speranza di poter acquistare per uso personale o per rivendere. Lo stesso vale infatti per gli spacciatori, alla costante ricerca della vendita facile ad un prezzo concorrenziale. I dati, secondo Cagnazzo, parlano chiaro: milioni di euro di fatturato annuale a fronte di una società, come quella barese, la cui richiesta sembra in costante aumento. Allora la domanda è logica: come si deve porre l’amministrazione comunale davanti ad una situazione così lampante, per la quale lo stesso Sindaco Emiliano ha più volte lanciato allarmi? Cagnazzo descrive in due fasi il processo di lento e graduale cambiamento da dover seguire per migliorare questo problema. La prima fase è la tecnica: è risaputo, maggiore controllo sul territorio, maggiore presenza sulle zone “calde” della città ed un costante potenziamento degli organi preposti al pattugliamento delle strade baresi. E forse non basterebbe. “Il problema è prima di tutto culturale” . Ed ecco che la soluzione si presenta sotto il punto di vista culturale, seconda fase necessaria – continua Cagnazzo – per formare chiunque ad una educazione alla legalità e ai danni di un consumo, anche sporadico, di sostanze stupefacenti. “Far crescere la consapevolezza nelle nuove generazioni che la droga, nella migliore delle ipotesi, ti rende menomato. Non invincibile”. Impossibile dimostrare il contrario in fondo. Stiamo parlando di consumi regolari che, come detto in precedenza, nascondono un giro economico incredibile. I prezzi vengono decisi a pranzo nei migliori ristoranti di Bari e Matera, passando per Altamura. Sui metodi di pagamento poi, ci sarebbe da parlare un’infinità. I dati emersi dagli studi, condotti in materia dal criminalista, sono ricavati da fonti quali il SerT ( servizio tossicodipendenze ) e gli organi preposti al controllo dello spaccio di cocaina e sostanze simili. Le stime, dati alla mano, sono facili da ricavare. Lo stesso Sindaco Emiliano, tempo fa, aveva lanciato una forte propaganda contro questo diffuso fenomeno con ” L’agenzia per la lotta non repressiva alla mafia “, essendo lui stesso fermo sostenitore della necessità di dover prima controllare e poi eliminare il problema permanentemente. Poi, spiega sempre Cagnazzo, tutto è rimasto fermo. Controlli ed indagini vanno avanti con lentezza ed i consumi tra ragazzi e professionisti non accennano a calare. Anzi. “I comuni devono farsi carico del problema ed investire in prevenzione, orientando i giovani attraverso progetti scolastici, seminari e la stessa comunicazione diretta”. Per comunicazione diretta con il cittadino s’intende slogan pubblicitari o cartelloni disseminati per le strade. Un po’ come la situazione di ” Giallo Oro ” degli ultimi giorni: esempio forzato che rimane come  messaggio forte. Seppur censurato, rimane nella memoria collettiva. Insomma la notizia deve girare. In fretta. I dati sono in crescita, questo è certo: “Chi fa uso di questa sostanza è ben inserito nella società ed impone modelli di azione aggressivi e temerari”, continua Cagnazzo. Secondo l’indagine condotta dall’Osservatorio sulla Legalità ci sarebbe un consumo gigantesco ed una domanda crescente di cocaina sul territorio regionale. Allora il problema converge nuovamente su due punti fondamentali: prevenire ed aiutare chi già è caduto in questa trappola. Ed è esattamente in questa direzione che si orientano le indagini del criminalista. Verificare le informazioni, studiare metodi di prevenzione efficaci ed agire. Se è vero che  il singolo cittadino può far molto da solo, lo è altrattanto che l’amministrazione deve muoversi in tal senso e con decisione. Le forze dell’ordine non possono risolvere il problema alla radice in totale autonomia. In conclusione Cagnazzo afferma: “Un medico barese, mi ha confidato di aver visto un professionista quarantenne, con i lobi frontali del cervello ridotti come quelli di un ottantenne”. Si dice il peccato ma non il peccatore ovviamente. Una di quelle storie “come ce ne sono centinaia” in giro per Bari. Ed in fondo davanti a storie simili  passano in secondo piano i nomi. I problemi no.
 
Davide Antonacci
 
 
 
 


Pubblicato il 10 Agosto 2011

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