Cultura e Spettacoli

Un foro nella Murgia

Si ritiene che l’unico rischio in cui si possa incorrere passeggiando per le campagne di Ruvo sia imbattersi in un branco di cinghiali. E invece no, c’è pure il pericolo di mettere un piede in fallo e sprofondare per centinaia di metri. Il rischio tuttavia è solo teorico dal momento che quel micidiale pertugio è stato non solo ostruito ma anche mascherato. Soltanto segnali decifrabili da chi sia al corrente del segreto consentono di individuare l’accesso alla voragine. Stiamo parlando della pochissimo nota Grave della Ferratella. Tecnicamente è una grotta a sviluppo verticale, ovvero un inghiottitoio. Milioni d’anni fa lo stesso sito, oggi avvolto da uliveti, presentava aspetto ben diverso :  una vallata entro cui convergevano le acque piovane, di cui quelle in eccesso sparivano attraverso quell’apertura ; in presenza, poi, di precipitazioni eccezionali, intorno all’inghiottitoio si formava un lago a scomparsa. La prima esplorazione della Grave risale al 3 maggio 1964. A guidarla erano lo speleologo veronese Attilio Benetti e l’allora Direttore del Centro Meridionale di Speleologia di Taranto, Pietro Parenzan. La grotta fu esplorata solo in parte e con grandi difficoltà fino alla profondità di 230 metri. Fu anche scandagliato un ulteriore pozzo della profondità di 90 metri, che per mancanza di scalette non fu esplorato. Questa misurazione porta la profondità effettiva della grotta ad almeno 320 metri, il che la rende il più profondo abisso di Puglia. Il caso della Grave della Ferratella non è l’unico in Puglia, terra carsica per eccellenza e perciò geologicamente votata a questo tipo di fenomeno. Si pensi al pozzo verticale attraverso il quale si accede alla grotta di Lamalunga, nel territorio di Altamura, il sito ove venne scoperto l’uomo di Altamura, un povero cacciatore che diecimila anni fa precipitò laggiù mentre rincorreva selvaggina. Non meno famosa è la grave di Faraualla, nota anche come Grave di Finocchio Grande, che scende sino a -280 ; e si sospetta che ulteriori cunicoli scendano a maggiore profondità sino a raggiungere un imponente fiume che sboccherebbe in mare. La tradizione narra di cose, carcasse di animali e persino cadaveri caduti o gettati al suo interno e poi ritrovati in Adriatico. Il Catasto delle Grotte di Puglia stilato dalla nostra Federazione Speleologica ha censito ben 2490 cavità sotterranee. Gli inghiottitoi sono più di trecento. Il più vicino a Bari è sito nell’agro di Conversano. La Grave Messa consiste in una voragine quasi circolare  e del diametro di cinque metri che sprofonda sino ad otto metri. Al presente in questa grave è convogliata parte della fogna nera urbana. – Nell’immagine, la grotta di Doviza a Tarcento, vicino Udine.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 20 Marzo 2018

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