Cultura e Spettacoli

Un genio inviso alla Sorte

Altamura, che gli diede i natali, gli ha intitolato una strada. Ancora la sua città lo ricorda con una targa e una lapide presenti nel reparto di Ginecologia dell’Ospedale e nel Liceo classico in cui egli si formò. A Siena, dove a lungo spese la sua scienza, gli hanno eretto un monumento nel cimitero. Se la buona sorte l’avesse assistito, avrebbe potuto ambire al Nobel per la medicina. Invece Vito Oronzo Giannuzzi, che era nato ad Altamura il 16 marzo 1838, non ebbe il tempo materiale di farsi apprezzare come meritava anche a livello internazionale. Infatti, morì prematuramente a Siena l’8 marzo 1876. Fu tra i migliori fisiologi del suo tempo, insegnò nei più prestigiosi atenei, ottenne numerosi riconoscimenti, diede alle stampe numerosi studi, eppure le sue scoperte – quella di maggior rilievo riguarda i ‘corpi semilunari, o semilune, o lunule’,  formazioni cellulari che si trovano nelle ghiandole salivari sottomandibolari – sono state dimenticate dalla comunità scientifica, quando non riconosciute ad altri studiosi, con un briciolo di malizia, chissà. E ancora: Nel 1870 si classificò due volte primo in altrettanti concorsi per la cattedra di Anatomia presso l’Università di Torino ; in entrambi i casi la cattedra venne assegnata al terzo in graduatoria, il Prof. Delorenzi (c’entrava il fatto che Delorenzi fosse piemontese e Giannuzzi venisse dal Sud ?). Giannuzzi non ebbe fortuna neanche da morto: tre giorni dopo il decesso, la sua salma venne riesumata e sottoposta ad autopsia a seguito di un rapporto della Regia Procura di Siena. La perizia chimico giudiziaria eseguita dal prof. Selmi di Bologna non escludeva che la morte fosse avvenuta per cause non naturali. Sulla base di questa conclusione, la Procura senese ordinò l’arresto di Giustina Mocenni (che Giannuzzi aveva sposato nel 1869; lui era più grande di dodici anni) e di tale Claudio Corsi, falegname trentaduenne, sotto l’accusa di omicidio premeditato. Il 28 giugno dell’anno dopo venne ordinata una seconda perizia giudiziaria con conseguente nuova esumazione. A dicembre gli imputati ottennero la libertà, solo provvisoria. Finalmente, il 14 giugno 1879 l’istruttoria viene chiusa con un “non luogo a procedere” e la pratica archiviata. Lo stesso, il sospetto della tresca e degli amanti diabolici continuò ad aleggiare dando vita a molte chiacchiere. Le quali di più si riaccesero ad Altamura in casa Giannuzzi quando riordinando l’epistolario di famiglia emerse una missiva di Giuseppe Oronzo alla madre e alla zia del 1° marzo 1860, cioè quando il giovane medico non aveva ancora conosciuto la futura moglie. Nella lettera il giovane medico parlando delle donne toscane così si esprimeva: “Per quello che ho visto, in generale sono brutte e poi il tipo loro non mi piace affatto”…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Marzo 2021

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