Un gomitolo contro la guerra
Oggi a Barletta è in esposizione un’installazione d’arte contemporanea realizzata dal Collettivo Yes We Knit e consistente in un gomitolo realizzato con strisce ricavate da lenzuola. Si tratta di un’opera itinerante e destinata nei prossimi mesi a girare in provincia sino al 25 aprile ; ad ogni tappa, previa aggiunta del materiale necessario, si allungherà di un metro. L’opera, che martedì scorso è stata esposta a Bari in via Venezia per commemorare il settantunesimo anniversario della liberazione della città dai Tedeschi, è frutto del lavoro del Collettivo Yes We Knit. Cosa rappresenta quel gomitolo, in che relazione è con la Resistenza opposta dai baresi il 9 settembre 1943? Fu quello un giorno indimenticabile. Un rappresentante del Regio Esercito (quel generale Bellomo poi ingiustamente fucilato dai Britannici per i noti fatti di Torre Tresca) aveva deciso di rispettare il proclama di Badoglio, che prevedeva la ‘reazione’ delle forze italiane dinanzi a “eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”. E l’attacco c’era, giacché gli ex alleati avevano avuto ordine, prima di ritirarsi, di minare sia il porto che il palazzo delle comunicazioni postelegrafoniche. Bellomo radunò civili e soldati, impartì ordini, consegnò armi per difendere almeno il porto (alla difesa del palazzo delle poste avrebbe provveduto e vittoriosamente un pugno di ardimentosi civili). Conseguentemente nell’area portuale si accese un’intensa, sanguinosa sparatoria. Ma ci furono scaramucce anche nel borgo storico. Un intrepido quattordicenne, Michele Romito, a colpi di bombe a mano impedì ad un carro armato l’ingresso nella città vecchia. E all’interno della stessa anche le donne diedero il loro contributo. Percuotendo pentole e tegami ogni qual volta vedevano una divisa della Wermacht esse allertavano i difensori. Un gesto elementare eppure determinante. Ed ecco il punto, come rappresentarlo artisticamente? Una statua o un’installazione realizzata utilizzando una batteria da cucina avrebbe avuto del didascalico. Angela Tomasicchio e Barbara Veri, le componenti di Ye We Knit, hanno allora pensato prima ad individuare un oggetto di una qualche capacità percussiva e che al contempo fotografasse la tradizionale staticità della figura femminile. Allora, cosa meglio di un paio di ferri da maglia? Di qui l’idea di un gomitolo. Un gomitolo in ‘controtendenza’, visto che la sua destinazione è allungarsi invece d’accorciarsi attraverso il consumo, proprio come si conviene a qualunque gomitolo, di lana o spago che sia. Una bella trovata nella quale si può leggere l’urgenza di ritrovare una solidarietà militante e non solo al femminile.
Italo Interesse
Pubblicato il 12 Settembre 2014