Cultura e Spettacoli

Un ‘maiale’ al Museo

Esistono musei d’ogni tipo in Puglia. A Oria c’è il Piccolo Museo del Bar, a Casarano quello dell’Astronautica e quello del Minatore, a Cutrofiano il Parco dei Fossili, a Sammichele il Museo della Civiltà contadina… La lista è lunga. Alcuni di questi ‘contenitori’ sono immeritatamente sconosciuti. E’ il caso dei musei del mare e della marineria. Eppure la nostra terra può vantarne ben quindici, distribuiti fra Taranto, Nardò, Porto Cesareo, Santa Cesarea, Gallipoli, Tricase, Otranto, Brindisi, Monopoli, Giovinazzo, Molfetta e Bisceglie. A seconda dei casi, in questi musei sono raccolti oggetti e strumenti di lavoro di maestri d’ascia e di calafati, modelli navali, ancore antiche in pietra e in ferro, avanzi bellici, collezioni di scheletri di cetacei, di rettili marini… Periodicamente, questi musei sono meta di scolaresche, quando non ospitano manifestazioni, mostre, concerti ed eventi legati alla letteratura del mare. Quale la migliore di queste raccolte? Nel dubbio, consideriamo quella che vanta il maggior numero di reperti. Essa trova posto in alcuni locali dell’Arsenale Militare di Taranto. Istituita nel 1978 e inaugurata l’anno dopo, questa Mostra può vantare cimeli rarissimi. I più impressionanti sono legati alle guerre mondiali. Il primo cimelio consiste in un pezzo di lamiera della nave da battaglia Giulio Cesare : il frammento appare devastato dalla penetrazione di un proiettile britannico durante la battaglia di Punta Stilo. Inquieta anche una mina antinave di forma sferica con i sensori di attivazione/detonazione ancora intatti ; poteva caricare 500 kg di esplosivo. Non meno minacciosa una torpedine da sommergibile di fabbricazione britannica, modello Whitehead, un mostro lungo cinque metri, del diametro di 45 cm e con una capacità di carica di 95 kg.  Infine, un … maiale. E’ quest’ultimo il reperto più prezioso. Il siluro a lenta corsa (SLC), conosciuto come ‘maiale’, fu un sommergibile tascabile di forma simile a un siluro, adatto a trasportare, a bassa velocità, due operatori muniti di respiratori subacquei autonomi e una carica esplosiva da applicare occultamente alla carena delle navi avversarie all’ormeggio. Durante la seconda guerra mondiale venne usato con successo dagli uomini della X Flottiglia Mas contro unità britanniche. Alla guerra sopravvissero solo quattro esemplari di SLC. Uno è al Museo Sacrario della Bandiere di Roma, un secondo è esposto nei giardini pubblici di Taormina, l’altro ancora trova posto a Milano nel Museo Nazionale delle Scienze e delle Tecnologie Leonardo Da Vinci. Il modello conservato a Taranto poteva trasportare 300 kg di esplosivo. – Nell’immagine, uno scorcio del Museo Civico del Mare di Bisceglie, allestito nel chiostro del Convento di Santa Croce.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Febbraio 2019

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