Un ‘manuale di cittadinanza’ al posto del vecchio Cencelli
La capolista al Comune della civica “Desirèe Digeronimo sindaco”, figlia di un noto esponente barese della Dc ai tempi della prima Repubblica, ha lanciato una proposta che a livello propagandistico potrebbe riscuotere efficacia, ma a livello pratico difficilmente produrrebbe i risultati annunciati. La candidata Bernardini, infatti, vorrebbe che a Bari gli amministratori comunali che saranno eletti il 25 maggio prossimo, anziché applicare il manuale Cencelli, adottino il “manuale della cittadinanza”. Un manuale, quest’ultimo, di cui Bernardini si rende teorizzatrice con una nota diffusa ieri, in cui spiega i contenuti della sua proposta. E, dopo aver ricordato che “Il mitico manuale Cencelli, attribuito all’omonimo funzionario della Democrazia Cristiana, è stato usato per regolare la spartizione delle cariche pubbliche in base al peso elettorale di ogni singolo partito o corrente politica“, chiarisce che il ‘Manuale della cittadinanza’ da lei proposto è vuole e deve sostituire le pratiche di spartizione degli incarichi e del potere con i concetti di competenza e servizio alla collettività. Quindi, il manuale Bernardini per la politica altro non sarebbe che l’adozione di criteri meritocratici nell’attribuzione di nomine ed incarichi pubblici. Però, è la stessa Bernardini a rilevare: “Le nuove norme introdotte dal governo (ndr – Renzi) con la riduzione di compensi e gettoni rendono meno appetibili le cariche” e, conseguentemente, a chiedersi: “Allora come si spiega la corsa alle candidature ed alla spartizione di incarichi?”. E continuando nel ragionamento la capolista al Comune della lista “Digeronimo” fa riferimento a quanto emerso recentemente dall’inchiesta della Procura milanese su Expo 2015, dove le logiche di appalti e gare ‘vestite’ e lo scambio tra nomine, affari e coperture politiche sono risultate pratiche consolidate nell’intreccio tra affari e faccendieri vicini contigui ai partiti. “I baresi – si chiede nella nota la Bernardini – vogliono la stessa cosa?” E, scendendo nel particolare, precisa: “Vogliono ancora assistere alla pubblicazione dei bandi comunali per la raccolta di curricula per le nomine in Amgas, in Amtab o nell’ Amiu, quando si sa benissimo che i ‘nomi’ ci sono già e sono frutto di accordi assunti da tempo?”. Il Manuale della Cittadinanza, teorizzato dalla Bernardini, prevede una differente concezione del ruolo della Pubblica Amministrazione, che veda il funzionario impegnato a favorire le iniziative produttive. Infatti, secondo la teorizzatrice “bisogna cambiare la mentalità della politica, quella che pensa ai cittadini come sudditi e che accresce il proprio potere a loro carico”. Un cambiamento che, per la Bernardini, si realizza affermando che “E’ la politica che deve orientare la burocrazia ad essere amica dei cittadini e delle imprese: è il primo passo per avviare lo sviluppo ed è vitale per lenire l’indifferenza e l’odio che la gente nutre verso la politica”. Poi, per fare un esempio, l’ideatrice del manuale di cittadinanza rileva: “C’è bisogno di persone che lavorino per una riduzione drastica del costo dell’energia in tutte le sue forme, convertendo l’Amgas da società orientata a fare cassa a creatrice di ricchezza in tutte le forme di produzione di energia, con bilancio in pareggio”. E per rimanere ancora sul concreto il riferimento della Bernardini si estende a tutte le altre proprietà comunali dovrebbero essere messe a reddito, a cominciare proprio dall’Amgas. “In questo senso – rileva l’inventrice del manuale di cittadinanza – è importante l’esempio dell’Albergo delle Nazioni: quando era comunale costava, non rendeva nulla, non erogava servizi al turista, non pagava le tasse. Averlo venduto è stato un affare in tutti i sensi, prima di tutto per il Comune stesso”. E dopo questi chiarimenti, prima di concludere, nella nota ci si pone anche il problema di chiarire chi sono i destinatari del manuale di cittadinanza concepito dalla Bernrdini per soppiantare il vecchio, ma sempre vivo, e ben più noto manuale Cencelli. Ed ecco la risposta della proponente del manuale di cittadinanza: “A persone convinte che le tasse comunali vadano progressivamente ridotte e il gettito sia ottenuto dalla creazione di ricchezza pubblica e privata, persone che mettano in campo politiche per invogliare piccoli imprenditori ed artigiani ad investire senza il terrore del regime sanzionatorio”. E, in conclusione, la capolista della civica per “Digeronimo sindaco” si dichiara consapevole delle logiche arroganti della spartizione, però si dichiara pure convinta che “il riscatto e le logiche differenti passano dalla collaborazione con i cittadini e le idee di cui sono ricchi: tutti i programmi politici sono carta straccia senza le persone giuste al posto giusto e che facciano cose giuste”. Insomma, pare di capire che il ‘manuale di cittadinanza’ concepito dalla barese Bernardini, a differenza del vecchio e noto Cencelli, si baserebbe sulla logica delle idee e non su quella dei numeri. E questo – secondo molti addetti ai lavori della politica – è sicuramente il vero tallone d’Achille del manuale Bernardini. Infatti, è noto che la Matematica anche in politica non è un’opinione, mentre le idee lo sono sicuramente. E non solo in politica.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 16 Maggio 2014