Cultura e Spettacoli

Un monumento all’impossibilità di vivere

In foyer, in attesa di fare ingresso in sala, chi era stato tra i testimoni del lontano esordio barese (fine marzo 2014) di ‘Fratto X’, manifestava memoria nitidissima di quella valanga di stravaganze, frecciate, tormentoni e colpi di genio. Potenza del massimo acuto della premiata ditta Rezza-Mastrella. Non un posto libero al Kismet venerdì scorso per questa replica di ‘Fratto X’ inserita nel cartellone della stagione di Teatri di Bari. Lo spettacolo, nuovamente applauditissimo, ha riconfermato il talento del più impunito cavallo pazzo del teatro italiano (Antonio Rezza), impegnato a delirare sul filo di una non-drammaturgia a cui egli stesso ha messo mano con la sodale Flavia Mastrella (nell’immagine). Una replica che ha soddisfatto pienamente chi voleva ritrovare certe battute, gag, stranezze assortite e scudisciate ai limiti del tollerabile sulla pelle degli spettatori. Questo perché spettacoli come ‘Fratto X’ possono dare l’idea di una performance affidata ad un talento fuori dell’ordinario il quale, sulla base di un canovaccio procede per estro ed invenzione così dando vita a cose irripetibili. Invece no, ‘Fratto X’ si svolge nel rispetto di una rigorosa drammaturgia, sia pure del non senso, per cui ciò che hai visto, ritrovi invariato. ‘Numeri’ inafferrabili si concatenano nell’elevazione di un monumento allo sberleffo, all’impossibilità di vivere. Avvolto negli essenziali e funzionalissimi capricci scenici di Flavia Mastrella, coadiuvato dal sempre bravo Ivan Bellavista, Rezza ha di nuovo acciuffato la platea per sottoporla ad una serie di ‘violenze’. Non una volta il pubblico è riuscito a sfuggire alla sua morsa. Esemplare l’energia mostrata a tre quarti di spettacolo, quando l’infernale partitura prevede la cacciata (nel vero senso della parola) di alcuni malcapitati spettatori, rei solo d’esistere ed occupare il tale posto : Nessuno ha osato ribellarsi. Un miracolo di carisma e di capacità manipolativa. ‘Fratto X’ si è confermato – pur in mezzo a risate in media ogni dieci secondi – palpito amaro di un mondo agli sgoccioli. Uno spettacolo anarchico, intriso d’inquietante coerenza che vortica intorno a questa maschera grinzosa e implacabile, crudele e invincibile, che si agita, che si volta e si rivolta come un guanto, che alla fine infonde un disarmante retrogusto da binario morto. – Prossimo appuntamento per la stagione di Teatri di Bari, sabato 5 gennaio, ancora al Teatro Kismet con ‘Cappuccetto rosso’, drammaturgia e regia di Michelangelo Campanale, con Claudia Cavalli, Erica Di Carlo, Francesco Lacatena. Marco Curci e Roberto Vitelli. Una produzione La Luna nel Letto / Teatri di Bari / Crest.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 3 Gennaio 2019

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio