Cultura e Spettacoli

Un mostro grande quanto una galea…

Mosca raccolgono testimonianze relative a pesci anomali avvistati – e talora pure catturati – nelle acque d’Italia dal Seicento ad oggi. A p.166 si legge che nelle acque di Bari nel 1623 fu avvistato un mostro “grande quanto una galea” che sembrava voler divorare un’imbarcazione. Si sa, a certe testimonianze bisogna sempre fare la tara, ma le galee, queste navi a remi che in certi casi arrivavano ad avere anche sei file di remi per parte, non misuravano meno di trenta metri…. Doveva essere un ‘pesce’ ben grande, questo, tanto più se dava l’impressione di voler divorare un’imbarcazione di dimensioni imprecisate (un trabaccolo o una tartana, viene da pensare volendo restare nei termini del ‘proporzionale’). Cerchiamo di farci un’idea sfogliando le pagine di questo interessante libro di Costa e Mosca dal quale apprendiamo che in ‘De Siciliae memorabilibus’, un libro scritto nel 1743 da Antonino Mongitore, si parla di un “pesce anguilliforme lungo una dozzina di metri trovato presso Trapani nel 1706”. Una creatura preistorica incredibilmente sopravvissuta? Chissà. Nel 1877, il luogotenente W. P. Haynes della nave britannica Osborne disse di aver visto nel mare di fronte alla costa settentrionale della Sicilia, a circa duecento metri di distanza, emergere dalle acque una serie di pinne che si susseguivano per una decina di metri. Dopo pochi secondi scomparvero; al loro posto apparve la parte anteriore del corpo di un mostro marino con la testa simile a quella di un toro e la pelle liscia come quella di una foca… Forse si trattava dell’ultimo esemplare di un cetaceo primitivo corrispondente alla “scolopendra marina” di cui parlarono Eliano nell’antichità e Rondelet nel XVI secolo. Nel 1901 marinai uccidevano nelle acque prospicienti il faro di Messina uno strano pesce del peso di quattro quintali. L’animale era così descritto: “Esso ha sulla fronte lunghe corna divergenti come quelle d’un bue, ed ha due ali membranose come quelle dei pipistrelli e la bocca larga circa un metro: è di colore chiazzato di viola”.  Probabilmente qui abbiamo a che fare con  una manta gigantesca. Nel 1923 a Camogli venne pescato “uno strano squalo lungo 6 m e pesante 1.200 kg”, con una strana protuberanza sopra la testa. Una fotografia del “rinoceronte marino” fu pubblicata su La Domenica del Corriere ; Mosca non esclude si trattasse di uno squalo cetorino o manzo affetto da malformazione. Nel 1928 tra Napoli e Salerno venne catturato un presunto ed effettivamente enorme squalo di una ventina di metri. Studiando la foto s’intravedono solchi golari che suggerirebbero l’ipotesi di una balenottera… E torniamo al ‘mostro barese’. In natura l’unica creatura dei mari capace di arrivare a trenta metri di lunghezza (quella di una galea) è la balena azzurra. Essa però non è mai stata avvistata fuori degli Oceani. A meno di voler considerare il caso eccezionale di un esemplare di balena azzurra ‘sperdutosi’ nel Mediterraneo, dobbiamo considerare l’ipotesi di un cetaceo mediterraneo che per una rarissima degenerazione genetica si sia sviluppato in modo abnorme.

Italo Interesse

 

 

 

 


Pubblicato il 30 Maggio 2013

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