Cultura e Spettacoli

Un Museo del sentimento

Scava scava, la lista dei musei pugliesi si allunga. Così non dovrebbe essere. Questo perché un ‘albo’, chiamiamolo così, dei Musei pugliesi non esiste. E chi ha provato a inventariare le esposizioni di casa nostra, ora ha escluso questa, ora ha escluso quell’altra raccolta, nell’idea – tutta personale – di essere al cospetto non di un Museo, bensì di collezioni limitate, non legate da un tema, di modesto peso culturale… Ma che s’intende per ‘museo’ ? Non essendo le idee in proposito ben definite, alcuni ‘elencatori’, per esempio, escludono il Museo dell’Astronautica di Casarano e altri non considerano il Museo del Minatore (ancora a Casarano). Allo stesso modo passano inosservati il Museo delle Carrozze di Trani, il Museo del Sacrario di Bari, la Sinagoga-Museo S. Anna di Trani… Cerchiamo di turare una falla in tanto colabrodo: A Bitetto esiste il Santuario del Beato Giacomo Varingez. Nato a Zara nella prima metà del XV secolo, questo religioso vesti l’abito francescano a Bitetto dal 1437 a 1496, anno della sua morte. Riconoscente per alcuni miracoli (tra cui l’aver conservato il paese indenne da un’epidemia di peste), il popolo volle elevargli un Santuario. Negli ambienti di tale costruzione trova posto un poco conosciuto Museo della Devozione e del Lavoro. Per le sue caratteristiche l’esposizione non è facile da catalogare: presenta infatti caratteristiche sia storiche che etnografiche, celebra la civiltà contadina, strizza l’occhio al culto dell’ex voto… In generale, non è un museo ‘freddo’, nel senso che non eleva quella sottile barriera tra Sapere e visitatore che un poco opprime questi luoghi, spingendo i più a non frequentarli. Quello di Bitetto, invece è un museo ‘caldo’, un museo ‘del sentimento’ per il rispetto e il candore francescano con cui qui viene documentata la quotidianità della gente pugliese sino alla prima metà del Novecento. L’itinerario si sviluppa lungo piccole sale espositive (che un tempo furono le cucine e le celle dei Frati) allestite con cura e rigore storico. Si possono così ammirare cose e arredi legati alla vita domestica, attrezzi agricoli, utensili artigianali, suppellettili liturgiche, oggetti di devozione, fotografie d’epoca, ricami… Molto interessanti alcune ricostruzioni ambientali, come un’aula scolastica, la bottega del barbiere, del carradore, del vasaio… Arricchiscono la raccolta costumi popolari realizzati dall’Accademia di Belle Arti di Bari, la ricostruzione della cella del beato Giacomo e un presepe permanente ambientato nel centro storico di Bitetto e realizzato da Giuseppe Maselli. Restando in tema natalizio, fra dicembre e gennaio negli stessi ambienti viene rappresentato un presepe vivente.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 5 Maggio 2021

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