Cultura e Spettacoli

Un naso è un naso

 
Non era da tutti, né letterariamente corretto nella paludatissima Russia zarista del primo Ottocento concepire l’uso del visionario e del fantastico per raccontare il grigiore del quotidiano. Nikolai Gogol, che fu un precursore, resterà autore irripetibile. Si pensi ad un’opera come ‘Il naso’, dove sarcasmo, analisi sociale, non-senso e autoironia (però che profilo Gogol…) si combinano in un mix che fa di questo racconto qualcosa di più d’una lettura amena. Un naso è un naso. Se la sola idea di ‘smarrirlo’ è destabilizzante oggi che non fa specie smarrire il senso della vita, l’identità nazionale o la propria collocazione all’interno della società, figurarsi quanto dovette pungere questa storia nel 1836, anno di edizione. Tanto basta, ci pare, a classificare ‘Il naso’ come racconto d’anticipazione ad inquietante inclinazione profetica. ‘Senza casa sì, senza Patria no’, recitava uno slogan di una morente Italia in camicia nera sotto i colpi dei bombardamenti. Senza mano sì, senza naso mai! esclama nel momento del massimo sconcerto Kovalev, l’Assessore Collegiale protagonista dell’assurda vicenda (ma chissà come l’avrebbero pensata al suo posto Pinocchio e Cyrano). Quante cose ci sono passate per il capo venerdì scorso alla Vallisa, dove per la rassegna ‘Le direzioni del racconto’ Paolo Panaro presentava in prima assoluta e in termini di teatro di narrazione un allestimento della sopra citata opera di Gogol. Parlare di Panaro vuol dire rischiare di ripetersi. Da una decina d’anni andiamo ripetendo – e non da soli – che nel suo genere egli è un Maestro di caratura nazionale. Adesso abbiamo un motivo in più per ribadire tale  verità. Questa messinscena ha confermato un interprete di rango cui vanno ascritti i meriti di una grande curiosità e del bisogno di cercare. Una ricerca che non conosce soste e che ad ogni tappa si fa ragione di rinnovato stupore personale, immancabilmente riflesso dalla platea. Convinta perciò la risposta del pubblico che quattro sere fa affollava l’Auditorium Diocesano. Un successo che promette di replicarsi nelle prossime settimane con un intrigante pacchetto di nuove proposte. Tre le letture sceniche in cartellone per altrettanti giganti della letteratura italiana : Collodi, Boccaccio e Manzoni. Del primo verrà proposto l’immortale ‘Pinocchio’ (giovedì 17 novembre). Del secondo autore Panaro interpreterà il ‘Trattatello in laude di Dante’ (mercoledì 30 novembre). Infine il Manzoni e due stralci de ‘I promessi sposi’ : ‘L’Innominato’ (giovedì 1 e sabato 3 dicembre) e ‘La monaca di Monza’ (venerdì 2 e domenica 4 dicembre).   
italointeresse@alice.it
 


Pubblicato il 15 Novembre 2011

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