Cronaca

Un Natale senza speranza… niente botto

Ogni Natale è riflesso del periodo storico in cui si colloca, ragion per cui reca una nota, un colore che – per molto o per poco – lo differenza da ogni altra ‘edizione’, presente o futura. Prendiamo le feste che si approssimano, per esempio. E’ innegabile che ci sia qualcosa di nuovo nell’approssimarsi di questo Natale. Un qualcosa che ha il sapore del vuoto. Non contenta di infliggerci con la modestia degli addobbi (per strada, nelle vetrine, in casa) la fiacca del movimento commerciale e l’assenza di entusiasmo in genere, la sorte infierisce spalmando uno strano silenzio tra le strade del capoluogo. Manca il vecchio frastuono dei clacson e il vociare delle persone sui marciapiedi non è più lo stesso ; contenuto il numero delle auto in circolazione rispetto al passato, e ciò vale anche per i pedoni. Piuttosto che affannarsi nella corsa al regalo dell’ultima ora (sottostando al ricatto di prezzi taroccati), i baresi vivacchiano nell’attesa della Vigilia. E se proprio devono mettere mano alla tasca lo fanno solo per rispetto alla tradizione delle abbuffate della tre-giorni festiva, mantenendo il pensiero proiettato a quando partirà la stagione dei Saldi ; altra stagione truffa segnata da una maliziosa politica dei prezzi che regala l’illusione dell’affare. A smorzare ulteriormente questo già dimesso Natale concorre l’assenza di botti. Con ciò non vogliamo esprimere alcun rimpianto per il passato, quei giorni in cui già dai primi di dicembre esplosioni grandi e piccole cominciavano a riempire l’aria dell’odore della polvere da sparo. E’ però un fatto che si ‘spari’ più. Quali le ragioni che stanno dietro il venir meno di quello che, in fondo, resta un avanzo di barbarie? (perché una cosa è un innocuo micro-petardo, altra cosa è una bomba carta da attentato). Sarà che l’azione preventiva delle Forze dell’Ordine si è fatta gradatamente più efficace in questi ultimi anni? sarà che pure il costo di queste diavolerie ha raggiunto quote proibitive?… Poiché escludiamo che le pesanti lezioni di ieri (morti, feriti, ammende) abbiano insegnato qualcosa a un popolo radicato nella tradizione di esprimere platealmente la gioia, dobbiamo leggere in questo silenzio il crollo della speranza. Certamente botti a mezzanotte saluteranno Natale e Capodannno, ma – se queste sono le premesse – non con l’entusiasmo di una volta. Se latita la fiducia nell’avvenire, che ‘priscio’ vuoi trovare nell’accendere micce da incubo? Semmai è ragionevole aspettarsi un qualche botto ‘all’antica’ solo all’ora zero tra il 21 e il 22, una volta svaporato l’incubo degli incubi. Un’esplosione liberatoria alla faccia dei Maya e di tutte le Cassandre che a vario titolo e da tempo predicano catastrofe.

Italo Interesse


Pubblicato il 19 Dicembre 2012

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