Cronaca

Un nuovo termovalorizzatore in Puglia, altro conflitto tra Emiliano e Renzi

Non sono ancora spente le polemiche tra il neo governatore pugliese, Michele Emiliano (Pd), ed il governo nazionale guidato dal segretario del Pd, Matteo Renzi, per l’approdo a Melendugno (Le) del gasdotto Tap, per il decreto “Salva Ilva” o la questione trivellazioni nell’Adriatico che già un altro conflitto si profila dietro l’angolo tra la Regione Puglia ed il governo centrale. Infatti, nel decreto “Slocca Italia” il governo Renzi ha previsto la realizzazione obbligatoria di 12 nuovi inceneritori in tutta la penisola, di cui uno in Puglia, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani che non sono smaltibili in discarica. Però, come è noto, la Puglia per chiudere il ciclo dei rifiuti ha scelto da tempo la strada della valorizzazione della materia e, quindi, della raccolta differenziata piuttosto che della termodistruzione. Una scelta, questa, che, stante a quanto dichiarato in campagna elettorale dal neo presidente della Regione, dovrebbe essere riconfermata anche da Emiliano e dalla maggioranza di centrosinistra che lo sostiene e che, su questo tema, sta già facendo sentire la propria voce attraverso alcuni suoi autorevoli rappresentati, come il consigliere regionale salentino Sergio Blasi (Pd) ed il leader della lista civica regionale “Noi a sinistra per la Puglia”, il senatore Dario Stefano (Sel), oltre che del neo assessore regionale all’Ambiente, Domenico Santorsola  del gruppo “Noi a sinistra” di Vendola e Stefano. Infatti, è stato lo stesso Santorsola a ricordare in una recente nota di rassicurazioni a Blasi che: “Il presidente Emiliano ha ribadito più volte di voler tenere fede all’impegno, già preso con gli elettori nel corso della campagna elettorale, di non realizzare nessun inceneritore sul territorio pugliese”. E, proseguendo,  il neo assessore pugliese all’Ambiente, ha affermato: “Vorrei inoltre ricordare che la Regione Puglia aveva già impugnato davanti alla Corte Costituzionale, a gennaio di quest’anno, due articoli del decreto 133 (lo Sblocca Italia) ritenuti pericolosi per la tutela dell’ambiente”. “Mi auguro – ha concluso Santorsola – che il presidente del Consiglio, in materie così delicate, non voglia mortificare gli sforzi compiuti dai territori: la Puglia già nel 2013 si è dotata di un Piano Regionale dei Rifiuti Urbani ispirato alla strategia ‘rifiuti zero’ che punta a marginalizzare il ruolo delle discariche e della termovalorizzazione”. Per il senatore Stefano la scelta del governo Renzi di imporre per legge la costruzione di nuovi termovalorizzatori rappresenta un ennesimo sopruso del governo centrale nei confronti delle singole realtà territoriali della penisola. “Lo ‘Sblocca Italia’ – ha affermato Stefano nella nota con cui ha invitato la Regione Puglia ad opporsi alla realizzazione di un nuovo termo distruttore – sembra essere nato per creare conflitti territoriali e per porsi con violenza rispetto alle scelte strategiche generate dai territori”. E, rincarando la dose, il senatore pugliese di Sel aggiunge: “Lo  abbiamo visto già con le trivelle e altre opere su cui i territori hanno misurato uno sguardo di prospettiva rispetto al proprio modello di sviluppo”. Per poi concludere: “Per quanto ci riguarda, come forza politica chiederemo al governo regionale di opporsi anche a questo sopruso. Siamo  certi che il presidente Emiliano la pensi come noi, perché altrimenti significherebbe rinunciare all’idea che il modello di sviluppo lo decidono i territori e non una decretazione assolutamente priva di condivisione e di ogni connotato di necessità e d’urgenza”. Diversa la posizione del capogruppo di Forza Italia alla Regione, Andrea Caroppo, che su questo tema è stranamente, oltre che paradossalmente, in sintonia con il governo Renzi. Infatti Caroppo, commentando le dichiarazioni dell’assessore Santorsola, ha affermato: “L’assessore regionale all’Ambiente, rifiutando l’ipotesi dei termovalorizzatori, ci tiene a sottolineare che la Puglia abbia adottato la strategia dello ‘zero rifiuti’ e discariche zero”. “Noi però – ha sottolineato il capogruppo regionale di Fi – abbiamo l’obbligo di riconoscere l’efficacia comunicativa dello slogan, ma la sua totale inadeguatezza pratica che ha comportato solo disagi e disservizi per i cittadini”. E, continuando, Caroppo ha evidenziato: “Discariche chiuse perché stracolme e altre sovraccariche, costi altissimi a carico dei Comuni per la raccolta differenziata mentre il ciclo dei rifiuti non è stato ancora completato”. Ed aggiunge: “Sono questi i risultati delle politiche ambientali di questi anni ed oggi, purtroppo per i pugliesi, prendiamo atto che non ci sia alcuna discontinuità con il passato. Così, si opta anche ora per una strategia che si è ben presto rivelata fallimentare”. “Basta guardare le nostre strade – osserva ancora Caroppo – dove si ammassano le buste della spazzatura, mettendo a rischio anche la tutela ambientale, e le tasse sui rifiuti che aumentano spremendo i cittadini. Le spese per la differenziata sono altissime, costringendo i Comuni, anche quelli che hanno raggiunto gli obiettivi, ad elevare la pressione fiscale senza che la Regione abbia previsto delle misure di sostegno o di compensazione. Oltre al danno, poi, la beffa”. Infatti, rileva sempre l’esponente forzista pugliese “nonostante l’intenzione di spingere per la differenziata, le discariche esplodono perché non si è provveduto a completare il ciclo e perché la programmazione dei siti di conferimento è stata pressoché inesistente”. “Insomma – ha concluso Caroppo – anche sui rifiuti l’attuale Giunta intende perseverare sulla stessa linea del governo Vendola: utilizzare i pugliesi come un bancomat, chiedendo loro uno sforzo civico ed economico e offrendo in cambio servizi a dir poco inefficienti”. Quindi, anche in Puglia, come in diverse altre regioni, intorno agli inceneritori è aperta una battaglia a dir poco complessa per gli interessi in gioco, che spesso non sono esclusivamente quelli dei cittadini e la difesa della loro salute, ma quelli delle lobby affaristiche che ruotano nel settore dei rifiuti ambientali. Da un lato i titolari di discariche e piattaforme di differenziazione, dall’altro costruttori e gestori di inceneritori. Ognuno ha buoni motivi per supportare le proprie tesi. E, di conseguenza, i propri interessi. Esattamente come i motivi del governo Renzi e quelli di chi governa la Puglia. Ma, alla fine, ai cittadini che con i tributi sono quelli che pagano effettivamente i servizi di smaltimento rifiuti, chi pensa davvero?

Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Agosto 2015

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