Cultura e Spettacoli

Un petardo difettoso e fu tragedia

Non esiste varo di nave che non venga enfatizzato. A seconda dell’importanza dell’unità messa in mare, alcuni vari possono diventare appuntamenti di grande richiamo con madrine d’eccezione, ricevimenti, balli, spettacoli pirotecnici… Fu così anche a Taranto il 29 luglio 1898, giorno in cui venne varato l’ariete-torpediniere Puglia. Il Puglia non era un transatlantico, né una nave da battaglia : aveva un stazza a pieno carico di 3096 tonnellate e i più potenti cannoni di cui disponeva avevano un calibro di 152 mm. Ma era la prima nave prodotta dal neonato Arsenale di Taranto. Perciò a ‘bagnare’ il doppio evento accorsero nientemeno che il Re Umberto I e la Regina Margherita. Il programma della trionfale giornata prevedeva in mattinata il varo e in serata una sfarzosa cena di gala a bordo del Savoia, in panfilo reale, a cui era stata ammessa la crema della società tarantina. Il varo non conobbe impedimenti. E la cena, allietata dalla presenza sulla banchina di un piccolo complesso orchestrale che eseguiva serenate, fu piena di brio. Una giornata così importante per Taranto non poteva chiudersi senza fuochi pirotecnici. All’accensione degli stessi avvenne la disgrazia. Un petardo difettoso, invece che in cielo, esplose a pochi metri d’altezza. La fiammata investì gli altri fuochi facendoli deflagrare. Nell’esplosione  morirono sul colpo tre artificieri (un corpo, scagliato in acqua, non venne mai ritrovato) ; quattro le persone gravemente ustionate, tra cui un quattordicenne. Ma la tragedia non fermò né i musicanti, né la festa a bordo del panfilo. Il botto dovette certamente essere avvertito anche sul Savoia, dove forse fu solo ragione di stizza per il fatto che un comune incidente – che lì per lì nessuno poteva immaginare mortale – avesse privato l’allegra brigata dell’atteso spettacolo. E’ da credere che nemmeno in seguito la famiglia reale sia stata messa al corrente della tragedia e ciò per precisa volontà dell’Autorità locale, inflessibile sul fatto che una giornata di gloria non doveva voltarsi in esercizio di cordoglio. E infatti l’indomani i Reali assistevano tranquillamente a una parata navale prima di fare rotta verso Napoli. L’insabbiamento della vicenda fu solo colpa dei massimi rappresentanti delle Istituzioni locali. Comportamento tanto più ignobile se si considera che la sera stessa della partenza dei Reali, quindi a 24 ore dal fattaccio, il Sindaco organizzò un banchetto di cento coperti in onore del ministro della Regia Marina, Ammiraglio Palumbo. Né, nei giorni a seguire, venne proclamato alcun lutto cittadino. A rompere il silenzio ‘di regime’ fu l’Avanti!, al cui coraggio si deve la conoscenza dei fatti in oggetto.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 12 Dicembre 2019

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