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Un problema vecchio e mai risolto: 118 allo sfascio

“C’è qualcosa di peggio di una sanità ridotta ai minimi termini, qual è quella pugliese: un servizio di medicina delle urgenze e emergenze che ogni giorno deve fare i conti con mille difficoltà. Ed è quanto sta avvenendo con il `118´, con colpe che portano direttamente alle Asl e in particolar modo all’Azienda sanitaria di Bari. Ed ecco che `improvvisamente´ sui soccorritori – medici, infermieri, volontari – alle prese con turni massacranti e `eletti´ dal nostro sistema sanitario regionale a unici presidi del territorio, si abbatte l’ennesima tegola che rende più arduo il loro preziosissimo compito e più a rischio la tutela delle salute dei cittadini: la mancanza di personale infermieristico, di fatto, allontana da quelle che sono le linee guida di un’azione di soccorso efficiente ed efficace proprio quelle ambulanze in trincea nelle situazioni più gravi, le ambulanze con il medico a bordo, il cui equipaggio spesso è formato solo dall’autista, dal medico e dal volontario, con grave pregiudizio, per esempio, nelle manovre rianimatorie”. Continua ad attaccare a testa bassa sul fronte Sanità il vicecapogruppo PdL in Aula Regionale, Massimo Cassano, convinto sia giunto il momento che alla Asl di Bari si cominci a non prendere più sottogamba determinate gravissime situazioni. “E’ il momento di porre fine una volta per tutte alla `sanità dei ragionieri´ per fare spazio a quella che mette l’ammalato al centro della propria azione. L’assessore Attolini e il direttore generale della Asl, Colasanto hanno l’obbligo morale ed etico di spiegare al Consiglio regionale e a tutta la popolazione cosa sta accadendo e come si vuol porre rimedio, al di la degli annunciati tagli di posti letto”, spiega ancora Cassano. Insomma, è assurdo che il `118´ con il rinnovo delle convenzioni con le associazioni di volontariato debba rinunciare a personale altamente preparato ed esperto nel soccorso; ad autisti che non conoscono il territorio. E’ assurdo che un’ambulanza che proviene da Corato debba operare a Polignano. E’ assurdo che molte associazioni ancora non abbiano a bordo il monitor defibrillatore di ultima generazione, così come previsto da una convenzione che risale al primo maggio. E’ assurdo tutto quello che sta avvenendo nella nostra sanità”, conclude il consigliere regionale di Opposizione. Insomma, s’e’ fatto tanto “battage” sulla partenza del Servizio d’Emergenza 118 in Puglia, ma dopo circa sette anni la situazione complessiva e’ ancora molto, troppo precaria. A denunciarlo da tempo, tra gli altri, sindacati, politici e parti sociali, pronti anch’essi a rifare l’elenco delle carenze che ancora oggi affliggono personale e mezzi per gli interventi emergenziali. Partendo, come sempre, dalla totale assenza di personale infermieristico nelle postazioni del 118, specie a Bari e provincia, visto che se fino a qualche anno fa erano presenti soltanto tre unità solo presso la postazione del presidio ospedaliero “Di Venere”, certamente insufficienti a coprire tutti i turni di servizio, adesso la situazione è peggiorata al punto che nemmeno su quelle due unità è possibile più contare. A parte che il presidio emergenziale è stato trasferito in centro, ma senza migliorarne la situazione ancora precaria. “In queste condizioni diventa impossibile effettuare interventi di soccorso avanzato in maniera corretta ed efficace”, chiosavano i due sindacalisti Cgil. Che non ebbero esitazioni a puntare il mirino sulla mancata fornitura a personale medico e paramedico (quest’ultimo se almeno ora ci fosse…) dell’abbigliamento ad “alta visibilità” necessario quando si tratta di intervenire di notte, specialmente nelle extraurbane, limitandosi a fornire, per ciscun medico, solo un giaccone, peraltro ingombrante ed utilizzabile soltanto durante la brutta stagione. Ma a peggiorare la situazione non sono soltanto le carenze logistiche, bensi’ anche l’istituzione di turni di lavoro a casaccio, istituendo turni di reperibilità che disattendono palesemente quanto previsto dal DPR 270/2000. Ma nel “cajeur de doleance” degli interventi emergenziali in Puglia le postazioni del 118 allocate in locali sporchi e privi di targhe identificative, spesso ubicati in stradine strette e di difficile tansitabilità. “E’ successo spesso che le auto di passaggio private bloccassero o rallentassero gli automezzi di soccorso, ma nessuno e’ intervenuto per migliorare la situazione”, si sfogano i sindacalisti. E non basta. Nonostante le promesse e gli impegni dell’ex Assessore alla Sanità Tommaso Fiore, molte autoambulanze sono ancora prive di adeguate attrezzature sanitarie (suturimetro, kit per tracheotomia, tubi endolaringei, etc) mentre altre volte e’ capitato che nessuno riparasse quelle usurate. Inutile dire che alla carenza di mezzi e quant’altro, per gli operatori del 118 in Puglia ancora non è mai esistita alcuna organizzazione di corsi d aggiornamento professionale: il personale in servizio, quando sarà e se sarà, insomma, potrà’ fare da se’… o niente.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 2 Giugno 2012

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