Cronaca

“Un regolamento fatto su misura per le clientele”

Nelle prossime settimane i cinque Municipi di decentramento amministrativo del Comune di Bari saranno chiamati ad esprimere il loro parere (non vincolante!) sul regolamento per la concessione di contributi ad attività culturali e di spettacolo che l’Amministrazione barese sta predisponendo con l’intento, evidentemente, di dare maggiore impulso in città alle attività culturali e di spettacolo. Ma, prima ancora che i consigli del cinque Municipi baresi si pronuncino, il “Movimento 5 Stelle”  del capoluogo ha decisamente “bocciato senza appello” la bozza di regolamento che la maggioranza che sostiene il sindaco Antonio Decaro ha predisposto e per il quale si accinge a chiedere il parere agli organi politici decentrati del Comune. “Ancora una volta il Pd dimostra di non aver capito nulla del nostro modo di fare politica” è la risposta unanime dei pentastellati baresi alla maggioranza al Comune composta, a loro stesso dire, da “alzatori di mano telecomandati” che hanno mostrato stupore, come sottolineato dagli stessi pentastellati, per il loro giudizio negativo, pensando – ritengono i “grillini” baresi – che si sarebbero di fronte alla “fuffa” mediatica dei “bignami” pubblicati dalla stampa compiacente. Invece no. “Noi le carte le leggiamo” hanno dichiarato con orgoglio i responsabili del M5S nella loro nota di commento negativo alla bozza di regolamento varata dalla maggioranza, aggiungendo: “Il provvedimento si inquadra nel più ampio e generale disinteresse di questa Amministrazione verso il  decentramento amministrativo, già di recente denunciato al Prefetto, per il quale il M5S ha chiesto anche lo  scioglimento del consiglio comunale”. E, continuando nella nota, i “grillini” baresi chiariscono il loro punto di vista sulla questione affermando: “Al Comune spetterebbe soltanto definire l’indirizzo politico – e sottolineano: ‘totalmente assente’ nel testo del regolamento proposto! – lasciando le linee guida di spesa ai Municipi nell’ambito della formazione del  bilancio partecipato (attualmente inesistente)”. Ma “nulla di tutto ciò” è presente per il M5S nel regolamento che l’Amministrazione Decaro vuole dare alla città per i sostegni da elargire alle attività culturali e di spettacolo. “La maggioranza – scrivono, infatti, i pentastellati – riserva per sé il borsellino con cui ungere le ruote di una macchina clientelare ben collaudata”. Ed ancora: “Per bocciare questo regolamento sarebbe bastato anche solo osservare che nel testo l’unico riferimento alla cultura, al suo valore sociale, al suo ruolo determinante per la crescita morale e intellettuale, lo troviamo solo ed esclusivamente” nell’articolo 1 (comma 2) quando si parla di “attività culturali e di spettacolo dirette a perseguire fini di pubblico interesse”, dove sin anche il lessico “burocratese aziendalistico” denoterebbe “lo spazio che all’idea di cultura questa amministrazione ha riservato”. Ma il giudizio negativo del M5S riguarda anche il modo in cui l’Amministrazione Decaro è giunta alla formulazione di detta bozza di regolamento. Infatti, per i “grillini” essa nasce da “un tavolo di contrattazione con sindacati e con il Teatro pubblico pugliese, un tavolo dal quale sono stati esclusi gli artisti e le piccole aziende culturali che non si riconoscono nelle sigle sindacali né tanto meno nel Teatro Pubblico Pugliese, vero monopolista del settore, entrambi interlocutori accomunati dal fatto di essere poco credibili nell’individuazione di soluzioni di un problema del quale sono essi stessi la causa: il mancato sviluppo economico delle aziende e degli operatori culturali a Bari”. Infatti, per i “5 Stelle” baresi, la sensazione che si ha leggendo il testo è che il regolamento, anziché fissare criteri generali, individui specifici e noti soggetti che a quei fondi, potranno attingere. “Insomma – affermano senza mezzi termini nella nota – una specie di ‘abito su misura’ da far indossare alle clientele elettorali”. E, con riferimento a quanto previsto dall’articolo 3 (comma 9), poi  chiedono: “Chi può vantare nel triennio un bilancio preventivo di costi ‘non inferiori’ a 300.000 euro, 900 giornate lavorative o 120 giornate recitative?”. Ed, a seguire, commentano: “Meglio avrebbe fatto il regolamento a scrivere direttamente i nomi dei fortunati destinatari di quei fondi pubblici. Trattasi di condizioni che agevolano i soliti carrozzoni con apparati amministrativi sovradimensionati, buoni solo per ‘sistemare’ parenti e amici, dove poi generalmente rimane assai poco per gli artisti, in tal modo costretti ad emigrare o a cambiare lavoro depauperando ancor di più il patrimonio culturale del nostro territorio”. Però, tutto questo –  per il M5S barese –  forse non è neppure sufficiente all’Amministrazione Decaro ad accontentare le proprie clientele politiche ed elettorali e, quindi, nel regolamento si definisce e quantifica pure nella misura dell’8% massimo la “modica quantità” di mance che la Giunta potrà “arbitrariamente” e direttamente assegnare con l’ipocrita formula del purché “coerenti con gli indirizzi di politica culturale dell’Amministrazione”. “Indirizzi – obiettano inoltre i pentastellati – ovviamente non specificati da nessuna parte”. Come pure, nessuna indicazione è prevista sulla percentuale delle varie categorie (progetti annuali, triennali, start up, ecc). E “questa mancanza”, secondo il M5S barese, crea una totale confusione nelle aspettative degli operatori del comparto che così non potranno avere idea alcuna su quanto, ad esempio, andrà ai progetti triennali ed a cui la maggior parte di loro non potrà ambire. Contrariamente a quanto, invece, si prevede esplicitamente nel regolamento per possibili deroghe “ai termini di presentazione”. Infatti,  i “5 Stelle” commentano: “Non si sa mai, gli amici sono fatti così: a volte si dimenticano di guardare il calendario”. “In sostanza – si conclude nella nota – un Regolamento lacunoso in tutto, ma inspiegabilmente preciso nel definire le spese di comunicazione che dovranno essere comprese tra il 10% e il 15%”. Però, a non piacere al M5S sono anche i criteri di valutazione previsti nel regolamento per far rete,  che prevalgono sulla qualità della produzione artistica, insieme a tanti altri aspetti “tecnici”, quali la composizione della commissione aggiudicatrice e le modalità di scelta dei commissari. Ed il rilievo finale su cui non si tacciono è la prevista istituzione di un “Osservatorio” privo di poteri di controllo e d’indirizzo, che – sempre secondo i “5 Stelle” baresi – sarebbe un vero e proprio contentino “pro forma” al bisogno di partecipazione. Un contentino – sottolineano da ultimo i penta stellati – con il quale la maggioranza al Comune di Bari pensa forse di “comprarsi” l’elettorato grillino barese. E terminano esclamando: “Illusi, continuate così che vi faremo vedere le stelle!”. Certi, evidentemente, che il forte “vento” del M5S che ha già travolto amministrazioni di centrosinistra come quelle dei Comuni di Roma e  Torino, oltre che di altre numerose realtà locali, ben presto potrebbe spirare fortissimo anche a Bari sull’amministrazione “Decaro & C.”

 

Giuseppe Palella

 

  


Pubblicato il 5 Luglio 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio