Un sottopasso con l’ascensore per disabili rotto
E’ stato inaugurato da un bel po’, il sottovia pedonale all’altezza del disattivato passaggio a livello che metteva in collegamento via Dieta di Bari con via Emanuele Mola, ma sono già tre volte che l’ascensore per disabili non funziona. Eggià, prima l’ascensore per disabili rotto il giorno dopo l’inaugurazione –fortunatamente rimesso in funzione quasi in tempo reale…almeno la prima volta) e poi la sporcizia che impera a ogni ora: una vera delusione, per chi sperava in un’opera se non all’avanguardia rispetto a quelle che ci sono in altre città, almeno dignitosa. E non parliamo della sporcizia e dei rifiuti (bottigliette di plastica, cartacce e contenitori in plastica in particolare…) che hanno già invaso scale e sottopasso e che come minimo testimoniano –oltre all’inciviltà di troppi cittadini, giovani e vecchi…- la carenza di operatori ecologici comandati a ripulire quell’area vicina al centro. E non parliamo della sicurezza, visto che ci troviamo, tra via Dieta di Bari e via Emanuele Mola, vicino alla Stazione Centrale, anche se in una zona più nascosta ad occhi indiscreti e per questo facile preda di teppistelli e topini. Del resto si sa, la Città di Bari dispone di altri frequentatissimi sottopassi: uno all’altezza di Parco Perotti, l’altro in prossimità dell’Istituto Marconi, in corrispondenza dell’abolito passaggio a livello fra le vie Oberdan e Sonnino. Nonostante la sorveglianza remota (telecamere in funzione h 24), anche là sotto i vandali la fanno da padroni. C’è persino chi quei corridoi li percorre in motoretta. Appena si fa sera, la gente li diserta lasciandoli alla mercé di baby gang e balordi, preferendo scarpinare per trecento metri in più e raggiungere il più affidabile sovrappasso pedonale che da viale Imperatore Traiano porta a viale Japigia. Il conto dei sottopassaggi pedonali del capoluogo non è finito. C’è anche quello che costeggia il sottopassaggio automobilistico via Brigata Bari – viale Pasteur. Un’altra trappola per topi, per certi versi il peggiore e più pericoloso di Bari, secondo molti. Infatti, in realtà, questo budello impraticabile per un claustrofobico, lungo duecento metri, perennemente buio per via di malfunzionante sistema di illuminazione e sospeso a sette metri d’altezza rispetto al piano stradale non consente scampo al passante (nessun automobilista può far caso a cosa avviene lassù malgrado le ampie vetrate pensate per difendere i pedoni dai gas di scarico). Per malviventi in coppia è un gioco incastrare qualcuno: in agguato agli opposti ingressi-uscite, i due compari lasciano entrare la vittima e si tengono in contatto col telefonino. Se non ci sono ostacoli, convergono. Povero passante, a che ti serve fare dietro-front appena vedi una brutta faccia? L’altro criminale ti ha già sbarrato la strada. Se non fai l’eroe e in tasca hai almeno cinquanta euro e un cellulare degno di questo nome puoi scansare un sacco di botte. Se invece il cammino è sicuro, il prezzo da pagare è la varietà dei miasmi (feci, orina, vomito, abiti sporchi abbandonati). Ma adesso, come detto all’inizio, sono giorni e giorni che l’ascensore di via Tunisi non funziona e chi ne ha bisogno non sa a che santo votarsi…
Antonio De Luigi
Pubblicato il 13 Settembre 2016