Cronaca

Un tombino dell’Acquedotto della fogna nera intasato per tre giorni

        

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 Un tombino dell’AQP della fogna nera resta occluso per tre giorni ed i cittadini si arrabbiano di brutto e minacciano azioni legali. E’ accaduto la scorsa settimana a Palese in via Priolo dove una famiglia ed uno studio medico hanno dovuto sopportare grossi  disagi per l’occlusione del tombino della fogna nera. Abbiamo più volte chiesto , denunzia il Dott. Luigi Fera, tramite il numero verde 800735735  l’intervento dell’Acquedotto pugliese per riparare l’occlusione  che impediva agli scarichi del bagno, del mio studio medico e di una famiglia di coinquilini, nella pubblica fognatura .utto è iniziato Giovedi 21 Ottobre quando il mio coinquilino, racconta Fera, ha chiamato l’AQP per segnalare il problema dell’occlusione .A distanza di oltre 24 ore non è intervenuto nessuno e quindi è stata fatta un’altra telefonata per sollecitare l’intervento dei tecnici registrata con numero di pratica 22504 ,ma anche questa non ha nessun sortito nessun effetto. Il giorno 22 Ottobre continua il medico, altra telefonata con cui si sollecitava l’intervento ed altro numero di pratica 2250715 ma, nemmeno questa telefonava, sortiva gli effetti sperati mentre cresceva il disagio e l’imbarazzo per una situazione assurda che stava  creando evidenti difficoltà sotto l’aspetto igienico sanitario nel mio studio. A questo punto, Fera ha rotto gli indugi e con la quarta telefonata ha  minacciato il suo interlocutore di recarsi ai Carabinieri se non gli fossero stati forniti i dati della Ditta incaricata di provvedere a quel tipo di guasto. La parola magica “Carabinieri” sortisce due effetti immediati ,in primis la conoscenza dei dati e nome della ditta appaltatrice e dopo circa un ‘ora l’intervento di un mezzo tecnico con operatori che finalmente sbloccano il tombino occluso ripristinando così la funzionalità degli scarichi .Alla ricerca dei motivi alla base di questo ritardo ingiustificato che tanti problemi, soprattutto igienici ,aveva creato, il Dott Fera ha scoperto che probabilmente  tra l’AQP e la Ditta appaltatrice del servizio fognatura c’erano e forse ci sono ancora motivi di astio per problemi economici. Infatti dal sito telematico Gravina Life ha appreso che in data 25 luglio 2011 i lavoratori della Ditta  avevano protestato in un sit-in davanti alla sede dell’AcquedottoPugliese  a Bari per la mancata corresponsione di stipendio. A seguito della manifestazione, l’Acquedotto si era impegnato a saldare alla Ditta le ulteriori tranche di pagamento in sospeso entro il 27 luglio 2011 mentre l’azienda aveva espresso la sua volontà di recedere il contratto con l’AQP qualora la situazione non si fosse risolta. Il tutto era rientrato perché l’AQP aveva  mantenuto la parola data ovvero pagato  il 27 luglio 2011  alla ditta la tranche in sospeso. Quest’ultima  pretendeva l’ulteriore tranche entro il 2 Agosto 2011 che gli avrebbe consentito l’azzeramento della spiacevole situazione ed un’ulteriore tranche alla fine di Agosto per pagare ai suoi lavoratori il mese di luglio.Il titolare della Ditta  aveva aggiunto che in caso di ritardi di pagamento dell’AQP  o di agitazione delle maestranze ,in futuro, l’azienda avrebbe abbandonato definitivamente il servizio di manutenzione e gestione delle reti idriche e fognarie dell’AQP  perché la situazione stava seriamente compromettendo gli equilibri aziendali. Poi ,aggiunge Fera, bisogna che AQP dia concreta attuazione alla Carta del servizio idrico sottoscritta il 22 Febbraio 2001 con le associazioni dei consumatori soprattutto per quanto riguarda gli interventi  di pronto intervento . Nella  classificazione della carta nella scheda 4 è scritto<>Ed allora ,conclude il medico, perché tutto questo abnorme ritardo nel risolvere il problema del tombino di via Priolo? Perché sono trascorsi tre giorni per risolvere il problema che a differenza dell’approvvigionamento dell’acqua per bere non offriva nessuna alternativa da un punto di vista igienico sanitario?A questo punto Fera auspica che AQP su questo problema faccia un esame di coscienza per evitare che simili situazioni possano accadere in futuro nell’interesse di tutti ,degli utenti e della stessa azienda. L’alternativa ? conclude il medico ,una denunzia circostanziata all’autorità giudiziaria e richiesta di indennizzi per danni subiti.
Gaetano Macina
 


Pubblicato il 28 Ottobre 2011

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