“Una baionetta trattata come una sciabola”
Anche in tempo di pace l’ingresso in porto di una piccola nave militare non fa notizia. Figuriamoci durante la seconda guerra mondiale quanta attenzione poteva destare l’arrivo di una corvetta, un tipo di nave di nemmeno mille tonnellate di stazza, priva di corazzatura e di armamento pesante, pensata solo per pattugliamento, scorta ai convogli e lotta antisommergibile. Eppure per una quindicina d’ore, il 10 settembre 1943, una corvetta italiana della classe Gabbiano divenne l’unità della Regia Marina più importante del momento… Varata nell’ottobre 1942, quando anche sul mare la guerra per l’Italia era perduta e pochissimo impegnata sino a quel momento, la Baionetta non aveva avuto modo di scrivere il suo nome nella storia. Con l’8 settembre, però, il suo destino smise di restare anonimo. Il 9 settembre 1943 la nave abbandonava le acque del nord Adriatico in cui incrociava per dirigersi verso Malta in ottemperanza alle clausole dell’Armistizio con gli Alleati anglo-americani entrato ufficialmente in vigore il giorno precedente. Ma subito la sua navigazione fu deviata verso il porto di Pescara : Lì la Baionetta doveva imbarcare il Maresciallo Badoglio e il Governo. Successivamente, la corvetta fece scalo a Ortona dove salirono a bordo il Re Vittorio Emanuele III, la famiglia reale e il loro seguito. In un clima convulso, all’una di notte del 10 settembre la nave riceveva l’ordine di salpare le ancore. Aveva inizio il brevissimo momento di gloria di questa oscura unità. Vittorio Emanuele III doveva assolutamente raggiungere Brindisi, in quel momento il più vicino porto in mano agli Alleati. Non si annunciava navigazione facile : U-boot e aerei tedeschi potevano attaccare il piccolo convoglio, che era debolmente scortato dalla corvetta Scimitarra e dall’incrociatore Scipione Africano, giunti rispettivamente da Brindisi e Taranto. Ma non ci furono attacchi e così dopo quindici interminabili ore di navigazione la Baionetta poté sbarcare sulla banchina di Brindisi il suo scottante carico umano fra attenzioni e misure di sicurezza mai riservate, nemmeno ad una nave da battaglia. “Una baionetta trattata come una sciabola”, si ironizzò. Appena dopo, senza un grazie a comandante ed equipaggio, la corvetta, dalla gloria, venne subito restituita alla mediocrità da cui era stata momentaneamente strappata. Quale destino l’atteneva, ora, la consegna a qualche potenza vincitrice come bottino di guerra? Nessuno avrebbe scommesso su una lunghissima sopravvivenza ancora sotto il tricolore. Nei mesi successivi e fino al termine del conflitto la Baionetta compì svariate missioni di scorta a convogli italiani e alleati tra Adriatico, Ionio e Tirreno. Durante una di queste venne anche silurata da un U-Boot tedesco riportando danni non gravi. Il primo periodo post bellico vide la Baionetta impegnata in operazioni di ricerca e localizzazione di scafi affondati, oltre ai soliti servizi di trasporto di materiali e personale. Nel 1949 fu adibita per un certo tempo a nave scuola per ecogoniometristi, Nel 1952 fu sottoposta a radicali lavori di ammodernamento. Rimase in servizio fino al 1° novembre 1972. quando venne radiata e avviata alla demolizione. – Nell’immagine, Vittorio Emanuele II accolto a Brindisi.
Italo Interesse
Pubblicato il 30 Ottobre 2019