Cultura e Spettacoli

Una bella pelliccia vuol dire poco

Almeno per ora, per fortuna, la nutria non è presente in Puglia e non è segnalata in aree limitrofe nelle regioni confinanti

Detta anche castoro di palude, la nutria è un mammifero roditore originario del Sud America. Apprezzata per la sua pelliccia sin dal primo Ottocento, la nutria divenne presto assai rara nell’areale d’origine. Per salvarla dall’estinzione, allevamenti a scopo commerciale vennero impiantati in America del nord, in Europa e in Giappone. Esemplari fuggiti o liberati hanno dato vita a colonie infestanti. La nutria è inserita nell’elenco delle cento specie invasive più dannose al mondo. Ciò perché scava tane ipogee negli argini che presentano inclinazioni superiori ai 45 gradi, quindi strutturalmente instabili (i cunicoli che riesce a creare variano da semplici tunnel a complessi di camere e passaggi estesi per oltre 15 metri). In questo modo mette a rischio smottamento le arginature dei corsi d’acqua naturali, dei canali di irrigazione e scolo e dei bacini artificiali, in particolare in occasione di piene. Non trascurabile l’aspetto sanitario: La nutria può trasmettere la leptospirosi, sebbene solo a livello sub-clinico. Negativo anche il suo impatto sulla microfauna locale. Inoltre la nutria – che consuma intono ai due chili di alimento fresco al giorno – danneggia le coltivazioni di barbabietola da zucchero, riso, granoturco e colture ortive, se nel suo habitat si crea carenza di piante acquatiche, di cui prevalentemente si nutre. La nutria infatti è una specie semi-acquatica che predilige acquitrini, rive di laghi e corsi d’acqua lenti. A parte l’Inghilterra, dove non si vede più una nutria dal 1989, tutti gli Stati europei infestati hanno intrapreso attività di eradicazione nel proprio territorio, senza per altro ottenere risultati definitivi. E’ il caso dell’Italia. Specialmente negli ultimi anni l’animale si è espanso nella pianura padana, in Toscana, in Veneto lungo il fiume Brenta, in Friuli-Venezia Giulia, sulla costa adriatica fino all’Abruzzo, sul versante tirrenico settentrionale e centrale. Presenze localizzate si registrano anche nell’Italia meridionale, nell’alta Campania, in Sicilia (per esempio nella riserva naturale del fiume Irminio) e Sardegna. L’eradicazione, che esclude l’impiego di veleni e rodontecidi, può avvenire solo utilizzando gabbie-trappole e armi da fuoco leggere; in entrambi i casi l’intervento compete solo agli agenti della Polizia Provinciale. Per quanto ci riguarda, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale in concorso col Ministero dell’Ambiente fa sapere che “la nutria non è presente in Puglia e non è segnalata in aree limitrofe nelle regioni confinanti. La specie dovrà essere inserita nelle normali attività di monitoraggio faunistico, in modo che eventuali presenze siano rilevate celermente. Nel caso di un rilevamento della specie si dovrà procedere con la rimozione rapida degli esemplari prima che questi abbiano la possibilità di formare gruppi stabili.”

Italo Interesse


Pubblicato il 31 Marzo 2023

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