Cultura e Spettacoli

Una ‘bestia orribile’ a spasso per la Murgia

Nell’inimmaginabile panorama della Murgia preistorica trovava posto anche il  deinoterio, l’antenato dell’elefante. A distinguerlo dal suo attuale discendente era l’assenza delle zanne superiori ; in loro vece spuntavano dalla mandibola due zanne affiancate e protese in basso (dal greco antico deinotherion, che significa ‘bestia orribile’). Una di queste zanne fu scoperta nel 1970 all’interno della cosiddetta Grava Pasciuddo, nel territorio di Cassano. Questo spaventoso inghiottitoio scende per diverse decine di metri lungo un pozzo verticale prima di aprirsi in una vasta cavità da cui si diramano budelli, uno dei quali è collegato ad una falda. La scoperta di quella zanna non deve far meraviglia. Non sono pochi i resti animali rinvenuti là sotto, la maggior parte dei quali risale alla comparsa dell’uomo.La Grave di Pasciuddo funziona da sempre come discarica. Per avere un’idea del degrado raggiunto a Pasciuddo e di quanto grave fosse la situazione già quarantacinque  d’anni fa, è il caso di leggere un rapporto del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico chiamato a recuperare la salma di uno uomo precipitato laggiù nel 1973 : “Il recupero della salma, non raggiungibile ed imbracabile dalle scalette, ci poneva di fronte a vari problemi. L’acquitrino è formato prevalentemente da resti organici in avanzato stadio di decomposizione. Per decenni contadini, pastori, allevatori di maiali, di polli ed altri animali domestici, nonché i macelli comunali di Acquaviva e Cassano si sono serviti (e continuano a farlo malgrado i divieti) della voragine per liberarsi rapidamente di animali morti in caso di epidemie e per precipitarvi ogni sorta di rifiuti. Da questa maleodorante ed infida palude, brulicante di larve e vermi, coperta da miriadi di moscerini in volo basso sul lerciume, emergevano una spalla e parte di una gamba dello sfortunato pastore. Per operare con relativa tranquillità e sicurezza e premunirsi nel contempo da eventuali infezioni si decideva dopo aver scartato altre possibilità di usare come ripiano un canotto con fondo in legno; calzare sotto la tuta tradizionale una muta completa da sub, in modo da non lasciare parti del corpo scoperte; servirsi di mascherine asettiche da sala operatoria (gentilmente messe a disposizione dall’Ospedale di Acquaviva); racchiudere la salma in un telo molto robusto (3 metri per 2) munito di apposite asole per l’imbracatura…”. Aggiungiamo che la presenza di tanto materiale organico in  decomposizione aveva  determinato l’impianto di colonie di ratti particolarmente grossi ed aggressivi. Esplorazioni successive avevano rivelato la presenza di rifiuti di natura extra organica : residuati bellici, lamiere di auto, carcasse di altri veicoli (biciclette, motori), copertoni, batterie, materiale in plastica, rifiuti ospedalieri, medicinali scaduti e persino pacchi ancora sigillati di elenchi telefonici. Facile immaginare lo squilibrio arrecato all’ecosistema ipogeo e il danno ambientale prodotto dal percolato finito in falda. Uno scempio ambientale tra i più gravi in Puglia eppure passato per anni sotto silenzio.  Solo di recente (2012) il Comune di Cassano ha provveduto al risanamento e alla pulizia di questa importante risorsa scientifica che, volendo, potrebbe tradursi un domani in risorsa turistica ; costo documentato dell’operazione : euro 150.952, 24.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 18 Luglio 2018

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