“Una destra che parla alle classi povere al contrario della sinistra”
Intervista con il noto giornalista napoletano, proveniente dalla politica, Italo Bocchino
“Perché l’Italia è di destra, contro le bugie della sinistra” (edizioni Solferino), è il titolo dell’ultimo saggio politico del noto giornalista napoletano, proveniente dalla politica, Italo Bocchino, oggi opinionista televisivo per la destra nel salotto buono di Lilli Gruber. Il volume sarà presentato per la Fondazione Tatarella il prossimo primo dicembre alle 19,30 a Cassano Murge. Lo abbiamo intervistato.
Bocchino, ci spieghi il titolo e davvero se l’Italia è un Paese di destra?
“Il titolo che ho scelto rispecchia la realtà radicata nella tradizione. Il nostro, da sempre, è un Paese di destra, anche se non strettamente partico. In poche parole intendo dire che ha un corpo elettorale che si radica in valori conservatori, tradizionalisti e cattolici o comunque di ispirazione cristiana”.
Veramente le chiese ormai sono semivuote…
“Gli italiani, paradosso, sono cattolici anche se atei. Intendo dire che la nostra mentalità, il nostro essere, le condotte nella vita comune, sono fondate largamente nel pensiero cattolico, e per questo penso che sia corretto parlare di una nazione che si basa, talvolta senza volerlo o saperlo, su valori conservatori e dunque di destra”.
Ci spieghi la struttura del libro….
“Ho parlato di tre momenti elettorali fondamentali e per molti versi costitutivi. Le elezioni del 48, quelle del 94, con la sorprendente vittoria di Berlusconi e quelle del 2022 col successo netto della Meloni, tappa che ha dato avvio al fenomeno politico del melonismo, difficile a mio parere da sradicare in tempi brevi. E i fatti sembrano darle ragione in termini di consenso. Cosa strana. Di solito i governi, a metà del loro cammino o dopo qualche tempo, perdono appeal. Con la Meloni accade esattamente il contrario”.
Sarà un popolo di destra, ma alle ultime elezioni amministrative di Umbria ed Emilia Romagna ha vinto il centro sinistra e la stessa Meloni si è chiesta che cosa non ha funzionato…
“Contesto questa affermazione nel senso che è una non notizia. L’ Emilia da sempre è stata rossa e l’Umbria ha avuto quella tendenza abbastanza diffusa nel tempo. Piuttosto in Umbria, e in questo ha ragione la Meloni, è stato sbagliato il candidato. Ma si è ubbidito alla logica della maggioranza che si è piegata al volere di Salvini. Il candidato era sbagliato e comunque ha perso per pochi voti”.
Che cosa rende particolarmente appetibile la Meloni secondo lei?
“Ha una idea della politica nazional popolare, questa è una destra che parla alle classi povere al contrario della sinistra e lo sta dimostrando con vari interventi legislativi. La destra ha avuto una trasformazione da classe elitaria a destra sociale, processo iniziato con Fini”.
Eppure questa destra che lei definisce sociale non ha investito quello che i medici si attendevano sulla sanità pubblica, servizio che ha come clienti privilegiati proprio i non abbienti…
“Alt. Anche lei cade nel trabocchetto di quelle che io chiamo le bugie della sinistra abile nel raccontare le cose a modo suo. Non esiste governo che ha messo sulla sanità più del governo Meloni, che ha fatto il più importante stanziamento. Solo che la sinistra si limita a indicare il totale, ma non lo confronta con il pil e la spesa medica pro capite che è cresciuta. La destra semmai ha commesso un errore. Non ha saputo comunicare bene questo dato, lasciando campo libero comunicativo alla sinistra con le sue bugie ben servite”.
Quanto manca alla destra il fascino e la sapienza politica di Pinuccio Tatarella del quale lei parla nel libro?
“Tantissimo. Tatarella, genio politico, ha scelto sempre la via del dialogo e del confronto, capendo anche le ragioni degli altri. Ha fatto uscire la destra fuori dal grande equivoco in cui si era cacciata togliendole il marchio di fascista che nel tempo si era costruito”.
Pensa che il melonismo possa durare a lungo?
“Questo esecutivo durerà per tutta la legislatura ed anche la sinistra se ne è fatta capace. Come le ho detto prima, tutti i governi di solito a metà cammino tendono a perdere smalto nei sondaggi e nella popolarità, invece quello della Meloni guadagna punti”.
Vede nella Meloni dei tratti di statista?
“Presto per dirlo, per definire un politico statistica occorre tempo. Sicuramente è brava, capace, si è formata nella politica e non è ricattabile. Non sappiamo se diventerà una statista, diciamo che ne ha i tratti”.
Il suo è un libro ottimista o pessimista?
“Ottimista, che spiega le ragioni della destra e gli inganni anche mediatici della sinistra. Oggi in Italia e direi finalmente, la destra è una cosa seria, ha una buona classe dirigete e penso che durerà nel tempo. Del resto e torno all’inizio, siamo un Paese fondamentalmente conservatore e di destra, non lo dimenticate”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 26 Novembre 2024