Cultura e Spettacoli

Una fonte originò una stazione

Tra Faeto e Celle di San Vito trovano posto i resti di Casale San Vito. Il sito è attraversato dal tratturello Camporeale-Foggia, il cui percorso ricalca quello dell’antica via Traiana e della medievale via Francigena. Di quello storico abitato avanzano i ruderi di una chiesa e quelli, meglio conservati, di una fontana probabilmente antichissima da cui zampillano le acque del Celone, un torrente che i romani chiamavano Aquilo – dal nome del vento settentrionale lì  prevalente – e che dopo un percorso di settanta chilometri si riversa nel Candelaro nel territorio di San Marco in Lamis. Nel muro del cortiletto che avvolge la fonte è murata un’epigrafe del 1576 che testimonia l’antichità di quella fonte. In tale epigrafe si ricorda il ripristino della fonte eseguito a cura di Ferdinando Caracciolo nell’anno in cui questo messere diventava Barone di Valmaggiore (che è la valle el Celone). A quando risale quella fonte? E’ possibile rispondere risalendo alla data di costruzione di una vicinissima mutatio (stazione di cambio dei cavalli) che prendeva nome dallo stesso sito. La Mutatio Aquilonis, sorgeva lungo il tratto della via Traiana compreso tra Aequum Tuticumm (oggi contrada S. Eleuterio, nei pressi di Castelfranco in Miscano, nel beneventano) ed Aecae (oggi Troia), come ricordato nell’itinerario Gerolosomitano del IV secolo d.C.. L’istituzione di questo posto di cambio fa parte della storia della Traiana. Questa determinante variante all’Appia antica si sviluppò sul tracciato di una precedente via, la Minucia, dal nome del console Minucio che la fece costruire fra il 207 e il 191 avanti Cristo. La stessa via fu rifatta e resa più agevole, tre secoli dopo, nel 109 d.c., per iniziativa dell’Imperatore Traiano, da cui poi prese il nome. Dopo tale intervento, il percorso divenne assai più agevole. Restavano però le difficoltà opposte dai tratti montuosi dell’Irpinia. Di ciò si fece carico più avanti Costantino, il quale provvide ad incrementare il numero delle mutationes. Una di queste fu la Mutatio Aquilonis. Ciò posto, torniamo alla Fons Aquilonis. Una stazione di cambio posta a ridosso di una sorgente voleva dire disporre di acqua a piacere, della migliore qualità e senza necessità di scavare cisterne (in una stazione di cambio, solo tra muli e cavalli, servivano mille litri d’acqua al giorno). In conclusione i Romani, una volta individuato il sito giusto, quello della fonte del Celone, fecero due cose insieme : incanalare l’acqua in abbeveratoi ed elevare una stazione di cambio. Considerando il periodo in cui Costantino sedette sul trono di Roma, la nascita della Mutatio Aquilonis e i lavori di sistemazione della Fons Aquilonis possono essere circoscritti tra il 306 e il 337 dopo Cristo.

 

Italo Interesse


Pubblicato il 4 Giugno 2019

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