Una guerra senza esclusione di colpi per l’affissione dei manifesti elettorali
In quest’ultimo scorcio di campagna elettorale in corso anche l’affissione dei manifesti elettorali dei candidati è una guerra senza esclusione di colpi, visto il gran numero di concorrenti che si contenderanno i consensi degli elettori baresi. Infatti, oltre ai soliti bigliettini da diffondere pro manibus tra amici, conoscenti e parenti, molti candidati combattono la loro battaglia propagandistica a colpi di manifesti, locandine o adesivi affissi anche fuori degli appositi spazi consentiti e, quindi, in modo selvaggio. Difatti andando in giro per i quartieri cittadini è possibile notare che il “teatro di guerra” non è costituito dai soli tabelloni elettorali fatti installare dal Comune, come dovrebbe essere se fossero rispettate le norme vigenti in materia (o meglio, forse, se fossero fatte rispettare a suon di sanzioni, anch’esse previste dalle stesse norme!). Anche in questa tornata amministrativa per le affissioni selvagge, oltre ai muri, vengono presi di mira anche cassonetti dell’Amiu, campane stradali per la sicurezza degli svincoli, cabine stradali della Telecom, dell’Enel e dell’Amgas. Ritenendo, probabilmente, che un manifesto elettorale posizionato su un cassonetto, o su una cabina, richiami meglio l’attenzione dei passanti, più di quanto non faccia lo stesso volto posizionato assieme a quelli degli altri candidati sugli appositi impianti per la propaganda elettorale. E se proprio si devono utilizzare gli spazi dei tabelloni del Comune, alcuni candidati non si accontentano di affiggere il manifesto nello spazio riservato alla propria lista ed alla specifica competizione elettorale (europee, comunali o municipali), ma provvedono a tappezzare tutti gli spazi presenti sull’impianto con l’immagine di quell’unico candidato. Quest’anno, inoltre, per molti candidati va pure di moda la propaganda effettuata con biglietti adesivi che vengono affissi in posti e punti più impensati, pur di dare visibilità al nome, al partito ed alla foto del candidato stampato su di questi. E le vie cittadine risultano invase di adesivi propagandistici elettorali che sono stati apposti soprattutto sui pali stradali. Infatti, la fantasia degli improvvisati “attacchini” di questi adesivi elettorali si è sbizzarrita non poco: dai pali dell’illuminazione pubblica a quelli dei semafori, dai cassonetti dell’immondizia ai contenitori per lo smaltimento di indumenti usati. Ma anche i muri, i pali della segnaletica e gli armadi stradali di Telecom ed Enel sono i posti preferiti su cui attaccare gli adesivi di propaganda dei candidati. Ed in questo scenario barese di affissioni selvagge financo il Comune per l’affissione istituzionale delle liste dei candidati si adegua, come è accaduto a Palese nei pressi della scuola elementare “Duca D’Aosta”, ad affiggere fuori degli appositi spazi le stampe pubblicitarie obbligatorie con cui si rendono noti i partiti ed i nomi dei candidati presenti nelle competizioni elettorali di domenica prossima. E se il Comune, che in primis è competente a sorvegliare sulla regolarità delle affissioni elettorali ed eventualmente sanzionare i trasgressori, è alquanto disattento, difficilmente potrebbero essere i candidati o i partiti ad autodisciplinarsi nelle affissioni. Anzi, la pratica deplorevole delle affissioni selvagge a Bari sembra essere diventata ormai una deplorevole consuetudine su cui molti cittadini non fanno neppure più caso, anche se molti altri, invece, si lamentano invano, perché sanno bene che i costi di rimozione delle stampe fuori posto, in taluni casi, dopo ricadranno comunque sulla collettività. E sempre a Palese, qualche giorno fa, sempre a riguardo di affissioni irrituali, è capito di vedere una locandina scritta a mano da un anonimo cittadino, che l’ha affissa a fianco di altre stampe presenti nei pressi della ex scuola materna “La Caravella” e con la quale l’anonimo elettore invitava ironicamente i palesini a rivotare per un consigliere comunale locale uscente, che durante il suoi due precedenti mandati ha già risolto soprattutto qualche suo problema familiare. E, leggendo quella locandina, se qualcuno ha pensato che alcuni palesini in passato potrebbero essersi sbagliati a votare, quantomeno non si potrà certo ritenere che ora quegli stessi palesini difettano di fantasia e di gusto dell’ironia.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 22 Maggio 2014