Una nave e un mistero snobbato
La bella immagine ritrae il Gulten Islamoglu in navigazione nel Mediterraneo. Lo scatto risale ad un periodo compreso tra il 1977, anno del varo avvenuto nei cantieri Deniz Insaat Kizaklari di Istanbul, e il 24 luglio 1994, giorno in cui questo cargo di 499 tonnellate battente bandiera turca andò a fondo nelle acque di Torre Canne. L’inchiesta aperta a proposito di questo caso si chiuse frettolosamente con l’addebito del naufragio ad “avverse condizioni meteorologiche”. Non è una novità che in questo braccio di mare compreso fra Torre Canne e Specchiolla le navi vadano a fondo. Accade dai tempi dell’antica Roma e la causa è sempre la stessa : le correnti marine adriatiche che entrano in contrasto nell’imbuto del canale d’Otranto e il funesto scontro dei venti balcanici con quelli che soffiano sul Mediterraneo. Però, quale strano naufragio, questo. Il relitto, che giace ad una profondità di quaranta metri, si presenta integro, in assetto di navigazione, verticalmente adagiato su un letto di sabbia e lo scafo non presenta squarci. Che sotto si nasconda una truffa a danno di qualche compagnia assicurativa? La nave potrebbe essere stata mandata a fondo aprendo tutte le valvole di allagamento… (per chi non lo sapesse, le valvole in questione sono pensate per allagamenti di compensazione, quando in un opposto compartimento stagno si produce una falla ; il tutto allo scopo di evitare che la nave ‘sbandi’). Ci sarebbe insomma di che insospettirsi e invece nessuno ha mai avanzato sospetti. Per quale motivo? Forse perché in quella tragedia nessuno perse la vita, perché la nave non aveva a bordo clandestini o non nascondeva un carico ‘sporco’? Povero Islamoglu, questo piccolo, oscuro bastimento della cui scomparsa nessuno sembra essersi accorto. In compenso queste 499 tonnellate di lamiere rappresentano una potente attrazione per gli appassionati dell’immersione. In genere i relitti della navi hanno il loro fascino. E’ il richiamo delle tenebre, del mistero e della solennità. Questo richiamo è particolarmente forte nel caso del Gulten Islamoglu. Nonostante la profondità, la limpidezza dell’acqua, dovuta alla presenza di numerose polle sorgive, regala scorci di particolare suggestione : Il relitto è la tana di numerose specie di pesci e gran parte delle lamiere è colonizzata da ostriche. Un paradiso per fotografi e cineasti subacquei. Per quanto integro all’aspetto, però, il relitto dell’Islamoglu può riservare cattive sorprese all’interno. Chi l’ha visitato, perciò, consiglia di mantenersi all’esterno. Al più, ancora praticabili restano – e per quel poco consentito dagli spazi – l’interno della timoneria e la stiva anteriore.
Italo Interesse
Pubblicato il 29 Agosto 2018