Cultura e Spettacoli

Una nave per il Giorno del Ricordo

Nei pressi dell’Arena della Vittoria, dal 1956, su una superficie di un due ettari si estende un complesso edilizio che, originariamente senza nome, fu battezzato ‘Trieste’ dagli assegnatari. La scelta della grande città friulana non fu casuale. In quel delicato frangente storico serviva un nome che ricordasse il dramma di migliaia di istriani costretti ad abbandonare la propria terra in conseguenza delle disastrose condizioni di pace che avevano assegnato alla Jugoslavia parte consistente dei territori nord-orientali dell’Italia. Quell’esodo fu senza precedenti nella storia del Belpaese. Distribuiti un po’ qua e un po’ là, alla fine i poveri esuli trovarono dove rimettere le radici. Bari, per esempio, accolse un nutrito contingente di quei profughi a Villaggio Trieste, appunto (e Villaggio Trieste accolse anche i tanti altri italiani i quali, ancora a causa delle sfavorevoli condizioni di pace, erano stati cacciati dalla Turchia, dalla Grecia, dall’Albania e dalla Libia). Per ricordare la tragedia dell’esodo giuliano-dalmata “e di tutte le vittime della foibe” è stata istituita con Legge 30 marzo 2004 il ‘Giorno del Ricordo’. La giornata prevede una serie di iniziative volte a diffondere la conoscenza di quei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. Istituzioni ed Enti, poi, sono chiamati a organizzare studi, convegni e dibattiti in materia. Tali attività, inoltre, sono volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, ponendo anche in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo socio-culturale dei territori in cui hanno trovato accoglienza. Il Giorno del Ricordo ricorre ogni 10 febbraio poiché era il 10 febbraio 1947 quando a Parigi  veniva firmato il trattato di pace che assegnava alla Jugoslavia l’Istria, il Quarnaro, Zara, Pola, Fiume e buona parte della Venezia Giulia. – Nell’immagine, gli abitanti di Pola salgono a bordo della nave Toscana. Il ruolo coperto da questa unità della Regia Marina nell’esodo dei nostri connazionali costretti ad abbandonare territori non più italiani è entrato nella storia. In origine piroscafo misto di 9442 tonnellate di stazza lorda, la Toscana venne requisita dalla Regia Marina alla vigilia del conflitto e trasformata in nave ospedale. Nell’ottobre del 1946, restituita formalmente alla società armatrice, il Lloyd Triestino, la nave riportò in Patria profughi ed ex prigionieri da Libia, Tunisia, e Somalia. A gennaio del 1947 si decise di impiegare la Toscana per l’evacuazione dei profughi di Pola. Fra il 2 febbraio e il 17 marzo il piroscafo fece dieci volte la spola tra Pola e Venezia mettendo in salvo complessivamente 16.800 persone. Restituita infine alla navigazione mercantile, nell’estate del 1947 la Toscana venne rimodernata ed assegnata al trasporto di emigranti per l’Australia. Il 14 settembre 1960 l’anziana nave lasciò Trieste per il suo ultimo viaggio di linea. Disarmata sul finire del 1961, venne demolita l’anno successivo.

Italo Interesse

 

 

 

 


Pubblicato il 10 Febbraio 2021

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