Cronaca

Una pioggia di critiche per la nomina all’Adisu del cugino della Maurodinoia

Ad incassare la “cambiale”, per il sostegno politico assicurato al neo governatore pugliese Michele Emiliano alle regionali di fine maggio, questa volta è Anita Maurodinoia, risultata ‘primo dei non eletti’ nella lista del Pd per il consiglio regionale nella circoscrizione elettorale della provincia di Bari. Infatti, il neo nominato presidente dell’Adisu, l’agenzia regionale pugliese per il diritto alla studio, è il commercialista triggianese Alessandro Cataldo, cugino omonimo del marito di Maurodinoia,  nota alle cronache politiche non solo per essere stata la più votata dei consiglieri comunali di Bari alle amministrative del maggio 2014, ma anche per altre vicende, come il cambio di casacca nel novembre successivo, dal centrodestra al centrosinistra, e la storia di una presunta acquisizione di consensi, alle regionali, attraverso rappresentanti di lista a pagamento in funzione del numero di preferenze procacciate, oltre che il marito (cugino di primo grado, per l’appunto, del neopresidente dell’Adisu) risulterebbe, secondo indiscrezioni, coinvolto in un’inchiesta giudiziaria su un sistema di favori e regali in cambio di appalti alla Provincia di Bari al tempo in cui Maurodinoia era esponente di punta del “Movimento politico Schittulli” nonché vice presidente del consiglio provinciale. Storie, queste, che hanno resa la consigliera comunale barese, candidata nel Pd alle regionali, una delle figure più chiacchierate dello scenario politico locale.  La recente nomina del governatore Emiliano di Cataldo alla guida dell’Adisu ha, infatti, scatenato un fronte di polemiche non soltanto da parte delle forze di opposizione alla Regione, ma ancora di più da alcuni esponenti di una forza di maggioranza che sostiene Emiliano nell’Aula di via Capruzzi, quale il gruppo vendoliano di “Sinistra per la Puglia” che, attraverso il capogruppo Guglielmo Minervini, ha manifestato il proprio disappunto in merito al nome scelto dal neo governatore pugliese per la guida dell’Edisu. Un disappunto manifestato anche dal senatore pugliese di Sel, Dario Stefano, nonché leader del movimento civico di sinistra che ha come capogruppo regionale Minervini e che alle scorse regionali ha espresso ben 4 consiglieri per l’Aula di via Capruzzi. Disappunto che, non potendo, per entrambi questi esponenti, essere per ovvie ragioni di natura prettamente morale, è unicamente di metodo, per il modo con cui è stato individuato il nome messo a capo dell’agenzia per il diritto allo studio e le competenze dello stesso circa le problematiche studentesche da affrontare. Infatti, ha affermato in una nota il consigliere Minervini: “La nomina di Alessandro Cataldo a presidente dell’Adisu ci lascia parecchio perplessi”. E, proseguendo, spiega: “Leggiamo il suo curriculum e non troviamo nulla che giustifichi un incarico così delicato e complesso, se non il rapporto di parentela con Anita Maurodinoia, esponente di spicco del Movimento Schittulli e poi candidata alle ultime regionali con il Pd. E non ci convince la motivazione di ricorrere a un commercialista per analizzare i conti dell’azienda: sarebbe come dire che siccome un ufficio ha bisogno di lavori di ristrutturazione, si nomina come suo presidente il capo cantiere”. Ma una presa di distanze ancor più marcata è arrivata dal senatore Stefano che, già in apertura del proprio comunicato, ha dichiarato: “La nomina del nuovo presidente dell’Adisu è, per metodo e nel merito, una brutta pagina scritta dal governo regionale nella quale non ci riconosciamo assolutamente”. Però, una pioggia di critiche ad Emiliano per la nomina di Cataldo sono giunte pure da qualche associazioni studentesca o, ancora peggio, dal coordinamento pugliesi di Adi, la nota associazione di dottorandi e dottori di ricerca italiani, che con un comunicato ha espresso tutto il proprio disappunto sia per il profilo scelto alla guida dell’Adisu che per il metodo adottato dal governatore pugliese che non ha neppure consultato le rappresentanze universitarie prima di decidere, come prevede la legge regionale del 2008 istitutiva dell’Agenzia. Quasi scontate, invece, le critiche al Presidente della Regione per la nomina del cugino di Maurodinoia da parte delle forze politiche di opposizione, sia di centrodestra che dal M5S. Infatti, due esponenti del gruppo dei “fittiani” alla Regione, Erio Congedo e Renato Perrini, hanno rilevato: “Chi non ha partecipato attivamente alla campagna elettorale del presidente Emiliano si metta l’anima in pace: in questa legislatura non lavorerà con e per la Regione Puglia”. Infatti, hanno ironizzato inoltre i due rappresentanti della civica “Oltre con Fitto” (ora Cor) “Il suo il curriculum potrebbe anche essere il migliore in assoluto, ma a nulla servirebbe. Il  nuovo corso targato Emiliano in questo è in perfetta continuità con il suo predecessore: nella valutazione delle candidature per un ruolo regionale ciò che conta non è la competenza o l’esperienza, ma  essere stati candidati consiglieri o avere parenti e amici che lo abbiano fatto”. Ancora più ironico invece il commento del consigliere Domenico Damascelli di Forza Italia, che con una nota ha tra l’altro detto: “Capiamo che il centrosinistra ci tenga molto ai parenti e affini, ma adesso anche l’Adisu un poltronificio per ricambiare i debiti elettorali”, ricordando poi che in precedenza anche altre nomine sono state fatte con un criterio pressoché analogo “come altre nomine familiari e di persone legate da vincoli sentimentali nello staff del presidente della Giunta regionale” con evidente allusione al responsabile personale per la comunicazione del presidente, la giornalista Elena Laterza, notoriamente legata ad Emiliano da vincoli sentimentali. Pesanti accuse sulla questione sono giunte al governatore anche dal M5S che con una nota ha chiesto l’annullamento delle “nomine di partito”, procedendo invece “con un bando pubblico” che tenga conto non della semplice appartenenza, ma di “competenza e meriti”. Per la cronaca ricordiamo che appena qualche giorno fa Emiliano ha nominato un candidato del Pd non eletto alla Regione, Aldo Patruno, per la guida del Dipartimento regionale della Cultura. Questa, evidentemente, altra “cambiale” politica portata a buon fine. Di questo passo, però, il meglio è ancora da venire alla Regione dell’era Emiliano. Sicuramente i pugliesi ne vedranno delle belle. Infatti, i “casi” di Patruno e Cataldo potrebbe essere solo iniziali. Allora “buon appetito” a tutti quelli ancora da venire.   

  

Giuseppe Palella

  

 


Pubblicato il 11 Dicembre 2015

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