Cultura e Spettacoli

Una ‘specchia’ a Sant’Eufemia?

Cinque volte l’Antico Testamento cita la moglie di Noè senza assegnarle un nome. A parte l’aver dato al Patriarca i famosi tre figli (Sem, Cam e Iafet), non si sa altro di lei. Decisamente poco. Non di meno vuole una leggenda che questa donna si chiamasse Vesta o Hesta e che sia stata seppellita sullo scoglio di Sant’Eufemia, un pianoro roccioso antistante Vieste… Come prendono piede le leggende? Anche da fraintendimenti relativi a nomi di persone e luoghi. Mettiamo che dove oggi sorge Vieste, ai tempi dei Dauni, vivesse un personaggio di una qualche importanza, forse un re o un discendente di Dauno, e dal nome assonante con quello del grande patriarca, Noa, per esempio. Questo Noa poteva avere una moglie che si chiamava Vesta o Hesta. Una moglie a cui era particolarmente legato e a cui sopravvisse. Alla morte di Hesta, Noa volle dedicarle un monumento funebre imponente : il più alto cumulo conico di sassi della storia del popolo dauno. E per dare maggior risalto a questo rozzo sepolcro tanto simile ad una ‘specchia’ lo fece elevare sullo scoglio poi intitolato a Sant’Eufemia. Ciò segnò l’isolotto, conferendogli un che di sacrale. Tale ‘carattere’ rimase a permeare quell’escrescenza rocciosa anche quando della specchia di Hesta non era rimasto più nulla per effetto della forza del mare. Scomparsa quella specchia, scansarono l’oblio solo due nomi e un nebuloso sentimento devozionale. Poi venne il cristianesimo e il Verbo si affermò. Influenzato dal nuovo sentire religioso, quel Noa, evolse per corruzione popolare in Noè. Da qui tutto il resto. Un bel volo della fantasia, vero? E’ un fatto, però, che effettivamente un sentimento religioso ‘intrida’ da secoli lo scoglio di Sant’Eufemia. Diversamente esso non sarebbe stato ribattezzato così. Ciò fa credere che lì un tempo avesse sede un luogo di culto (tale luogo di culto, sostengono alcuni, era dedicato a Sant’Eugenia : il che dava nome allo scoglio, che nel 1887 venne ribattezzato con la costruzione del faro). Ma sulla superficie dello scoglio non sono mai stati rinvenuti resti di murature… A meno che il santuario non consistesse in una grotta. Nel 1987 in un incavo del pianoro di Sant’Eufemia fu scoperta una piccola caverna le cui pareti recano numerose e antiche iscrizioni lasciate da marinai (una di queste testimonia il passaggio della flotta guidata dal Doge Pietro II Orseolo il quale nel 1003 venne in soccorso di Bari che da sei mesi era assediata dai Saraceni ). Forse era uso per tutta la gente di mare che gettava le ancore nel porto di Vieste recarsi nella spelonca e implorare la protezione della Santa (Eugenia o Eufemia, vai a capire), chiederle una grazia, deporre un ex voto… Sbrigliando per l’ultima volta la fantasia, in quell’anfratto Noa depose l’amata Hesta?

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Marzo 2019

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