Cultura e Spettacoli

Una specie di storia d’amore

 
 
Dopo aver furoreggiato nel dopoguerra, periodo in cui il suo autore raggiunse la massima notorietà (anche per effetto del matrimonio con la Monroe), il teatro di Arthur Miller ha conosciuto un certo declino, almeno qui in Italia. Un declino che si giustifica pure col progressivo uscire di scena dell’ultima grande leva di teatranti. Col ritiro degli Aroldo Tieri e delle Giuliana Loiodice dove più rimediare interpreti del necessario spessore? Si è perduta una scuola. I teatranti di nuova generazione, il cui sentire (anche umano) è lontano dalla lezione di padri gloriosi, possono prendersi la libertà di snobbare i fondamentali dell’arte scenica e, lavorando di forbici, rimodulare qualunque autore sulla propria ‘taglia’. Ciò posto, possiamo dare affettuosamente del ‘temerari’ a Leo Lestingi e Valeria Pinto che da qualche giorno sono in cartellone al Duse con ‘Some kind of love story’ (produzione Nuova Ribalta). Benché andato in scena nel 1982, questo atto unico conferma il ‘colore’ del Miller degli anni d’oro. E’ la storia, in puro stile cinema noir, di un goffo investigatore che, inseguendo una falsa pista, si ritrova a frequentare per anni una prostituta psicolabile con cui finisce con l’avere una storia da cui uscirà con le ossa rotte. In uno spazio scenicamente ben ricostruito ma ridotto all’osso (il palcoscenico della struttura di via Cotugno), si muovono – un po’ a fatica – due interpreti assai generosi. Stacchi musicali opportuni scandiscono un lavoro ad andamento circolare dove la coppia Pinto-Lestingi  raccoglie risultati apprezzabili. Una messinscena (la regia è dello stesso Lestingi) comunque ancora un po’ acerba e che procede a corrente alternata, tra acuti interessanti e flessioni comprensibili ; stiamo parlando del giorno del debutto. Forse qualche taglio avrebbe migliorato le cose, considerata la reazione (deplorevole) del pubblico. Un pubblico folto sì, ma distratto, apertamente a disagio con la cifra ambigua e drammatica di un allestimento coerente con lo spirito del testo. Nel che ci è parso di scorgere solari segni dell’imbarbarimento in atto. A questo decadere, fenomeno amarissimo che già ha contagiato – speriamo non irrimediabilmente – le platee televisive e cinematografiche, non poteva sfuggire il teatro. Venuti meno saperi e curiosità, declina ora anche il ‘sentire’ delicato, a tutto vantaggio di un gusto greve e di facile consumo ; il che è pure peggio di platee spopolate. Lo spettacolo resterà in programma, dal martedì al venerdì, sino al prossimo 27 gennaio. Nelle ‘more’ è in cartellone ‘ Ora tocca a me’, un testo di Teodosio Saluzzi prodotto da Codicearte e messo in scena da Pupetta e le Battagliere.
Italo Interesse


Pubblicato il 13 Gennaio 2012

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