Una tomba di guerra al largo di Bari
Sul fondo di un imprecisato braccio di mare al largo di Bari si stende un cimitero o tomba di guerra, espressione impiegata per indicare unità della marina o dell’aeronautica che in guerra siano colate a picco trascinandosi appresso l’equipaggio (come tali, sono inviolabili da parte dei sub). Era l’8 febbraio del 1942 quando il piroscafo Duino affondava ; il suo relitto è ancora oggetto di ricerca. Veniva da Cattaro, trasportava quarantaquattro persone di equipaggio, dodici militari del Corpo Regio Equipaggi Militari Marittimi e centosessantuno passeggeri. Venne silurato? Poiché viaggiava ai limiti della rotta per via delle avverse condizioni atmosferiche, più probabilmente incappò in una mina degli sbarramenti difensivi costieri. Dopo quattro giorni i soccorsi, partiti nel silenzio radio dell’unità che era attesa a Bari, potettero raccogliere quarantaquattro naufraghi a bordo di tre zattere, a bordo delle quali c’era anche il cadavere di un uomo morto per assideramento (altre due salme – una delle quali venne identificata per quella del macchinista Ranieri – furono rinvenute il 22 febbraio sulla costa di Otranto). Furono centosettantatre i morti, a tutt’oggi quasi tutti ignoti e, quel ch’è peggio, mai commemorati. Restano certi solo i nomi dei naufraghi, dei quali trentaquattro erano passeggeri, tre appartenevano all’equipaggio militare e sette componevano l’equipaggio civile. Una curiosità a proposito di queste ultime sette figure : Nel minuzioso rapporto della Marina si parla di “secondo ufficiale di macchina, un marinaio, un fuochista, due giovanotti di coperta, un garzone di camera e un piccolo di cucina”. A marinai, fuochisti e ufficiali di macchina ci arriviamo, ma questi ‘giovanotti di coperta, garzoni di camera e piccoli di cucina’?… Una breve ricerca ci consente di precisare che nella gerarchia di bordo le tre figure si collocano al penultimo posto, appena un gradino al sopra del mozzo, lo sciacquino posto alle dipende dal Nostromo e destinato alle mansioni più basse ; il ruolo del mozzo comunque è quasi completamente scomparso in quanto svolto a rotazione da quasi tutti i marinai. Il giovanotto di coperta è il mozzo con almeno dodici mesi di navigazione e che, autorizzato a muoversi in coperta (il ponte superiore della nave che si estende per tutta la lunghezza di questa), aspira ad essere promosso marinaio ; figura, quest’ultima, in possesso di Libretto di Navigazione rilasciato da una Capitaneria di Porto. Invece, il garzone di camera dipende dal cameriere o steward e soddisfa le esigenze di alloggio del personale di bordo sulle navi adibite al trasporto passeggeri (cambio biancheria, lavaggio degli stessi capi, pulizia delle cabine) ; la stessa figura a bordo dei mercantili assume il nome di ‘piccolo di camera’ o, ‘di cucina’ se destinato ad aiutare il cuoco e servire a tavola.
Italo Interesse
Pubblicato il 22 Gennaio 2014