Cronaca

Una via per l’ex sindaco Nicola Damiani. “Nostro padre non merita l’oblio”

I figli insistono per intitolare una strada a suo nome, magari nella sua Santo Spirito

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Chi decide e con quali criteri al Comune di Bari s’intitola una via, una traversa, un giardino o un crocicchio a un personaggio illustre? e cos’ha fatto costui – o costei – di speciale per la Città? Ne parliamo con Leonardo Damiani, presidente di Circoscrizione a Palese-S.Spirito molto prima che arrivassero gli odierni municipi, tutt’oggi carrozzoni inutili e costosi. Ma con lui, ginecologo e dirigente medico, parliamo di un’altra ingiustizia perpetrata nei confronti del padre politico, amico e mentore di Moro quando quest’ultimo era solo una promessa dell’allora Dc.

Allora dottore, da anni voi figli avete chiesto a sindaci vecchi e nuovi di onorare la memoria di vostro padre, inutilmente. E allora, ricordiamo chi era e cos’ha fatto per Bari e il Sud il professor Nicola Damiani, anch’egli medico-ginecologo, rifondatore dell’Ospedale ‘Di Venere’ di Bari/Carbonara.

<<Mio padre Nicola Damiani, nato a Bari nel 1921, entrò a Medicina a soli 17 anni. Studente brillante, pubblicò già al secondo anno su riviste tedesche di anatomia. Distintosi anche per meriti sportivi, in quegli anni strinse un’amicizia con Aldo Moro entrando nella Fuci: erano anni in cui sul terrazzo di casa o nel retrobottega della farmacia Loiacono, coloro che poi diverranno costituzionalisti si riunivano, discutendo e mettendo nero su bianco i principi della Carta. Dopo la guerra, iscritto tra i primi alla Democrazia Cristiana con la tessera n. 5, aderì alla corrente di Dossetti, perdente su De Gasperi, ma facendo emergere personaggi come La Pira; nel 1956, eletto consigliere comunale, divenne Sindaco di Bari. Contemporaneamente, però, era docente di Ostetricia e Ginecologia, apprezzato per studi e ricerche rafforzate da una borsa di studio che lo portò negli Stati Uniti d’America e con lui fu il primo governo – seppure a livello locale – con l’appoggio-esterno dei socialisti, di breve durata; di fatto l’amministrazione barese guidata da mio padre anticipò di anni il primo governo di centro-sinistra a livello nazionale. Seppur la sua sindacatura fu breve, vide la luce il quartiere San Paolo – sullo stile delle ‘Small town’ inglesi – ma anche la realizzazione delle aziende municipalizzate, per dare un servizio migliore alle classi meno agiate. Nel 1960 divenne primario a Ostetricia-Ginecologia al ‘Di Venere’ e con lui presero servizio i migliori specialisti del Policlinico di Bari, alcuni rinunciando a carriere universitarie, mentre Moro e Pastore lo chiamano alla Cassa del Mezzogiorno. Insomma, il meridione era veramente al centro della politica: bisognava ridurre il divario col Nord e Damiani, come rappresentante della Puglia, si trovò al centro d’un periodo storico unico: il primo obiettivo era risolvere – una volta per tutte – il problema acqua attraverso dighe e invasi: opere ciclopiche realizzate in pochi anni. Arrivò così l’irrigazione di vaste aree con l’acqua dappertutto, grazie al Pertusillo, il destra Sele, Locone. Calore, l’Occhitto. Ma parliamo anche di mobilità: autostrada Bari/Napoli, aeroporto di Bari e autostrada adriatica e le industrie: la zona industriale della Città fiorisce con Breda, Pignone, Fiat, Osram, Philips, ma soprattutto si formano maestranze di livello grazie al Ciapi con la presidenza-Damiani. Anche il mare è al centro di quel periodo economico-politico: il porto di Bari si trasforma in crocevia con l’Est e mio padre non dimentica la sua Santo Spirito, facendo realizzare il porto e come medico, fa del ‘Di Venere’, grazie a Moro, un ospedale d’eccellenza, con specialisti tra i migliori d’Italia: studio, ricerca e, insomma, i poveri e i meno abbienti hanno la migliore delle assistenze, soprattutto gratuite>>

 

Un periodo irripetibile, ma arriviamo a oggi: è sconsolante che al Palazzo di Città facciano ancora orecchie da mercante dinanzi all’istanza d’una strada, preferendo finanche illustri sconosciuti, senza parlare dei termini ben precisi, prima di dedicare strade…

 

<<Da cattolico praticante, Nicola Damiani evitava i riflettori, tuttavia noi figli vorremmo che la sua figura non cadesse nell’oblio, ma fosse per i giovani un richiamo all’impegno sociale e politico. Damiani amministrava fondi pressoché illimitati, creando infrastrutture che tuttora ci garantiscono acqua, seppur mal mantenute. I sindaci attuali, non si capisce perchè, concedono strade perfino a delegati sindaci, nonostante promesse e delibere. A noi hanno detto che volevano intitolare una traversa del lungomare di S. Spirito, ma si sarebbero opposti i residenti. E come mai per altri è stato possibile cambiare nome anche d’una traversa stradale?, per Damiani, invece, una via di nuova realizzazione a Torre a Mare, nascosta in modo che cali lo stesso l’oblio, su di lui. Questo muro di gomma fa pensare a motivi politici e a questo punto vorrei fugare qualsiasi dubbio: se Damiani non era abbastanza di sinistra, studiassero cos’era il cattolicesimo dei Maritain, Lapira e Montini. Se poi lui s’è allontanato dalla politica, contestando derive di potere e corruzione degli anni ’80, è un altro discorso ma sino alla fine, sino alla vigilia del suo rapimento incontrò da solo Aldo Moro. Insieme avrebbero elaborato nuove strategie ideali e politiche per tenere – diceva lui – lontano i ladri dal tempio e l’accordo con Enrico Berlinguer allora fu necessario, per garantire l’alternanza al potere. Purtroppo, la memoria del pesciolino fa comodo a chi da vent’anni amministra la Città di Bari; Damiani ricorda che disinteresse, gratuità, servizio al popolo è possibile e porta sempre frutti>>.

Francesco De Martino


Pubblicato il 6 Maggio 2025

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