Cronaca

Un’autentica rivoluzione o nuovi rincari e disagi per i cittadini?

 

Come annunciato dalla civica amministrazione barese, da ottobre avrà  luogo un nuovo tipo di raccolta di rifiuti, ed i quartieri che sperimenteranno il nuovo sistema di conferimento saranno Palese, Santo Spirito, Fesca, San Girolamo, Catino, Marconi e San Cataldo. Successivamente l’innovativo servizio sarà esteso ai rioni San Paolo e Stanic, per poi interessare le altre aree più esterne e più periferiche della città (Carbonara, Ceglie e Loseto). Nell’ultima fase, infine, verranno coinvolti i quartieri più centrali. Il nuovo piano di raccolta, una vera rivoluzione di civiltà e di usanze per i baresi, si impernia sull’accordo sottoscritto tra il Comune di Bari e Conai ( Consorzio Nazionale Imballaggi) per la progettazione esecutiva. In termini tecnici, secondo il cronoprogramma la prima fase dovrebbe riguardare circa 50mila cittadini, tra 15 mila utenze domestiche e quasi 1500 commerciali. La raccolta dei rifiuti è prevista  tre volte a settimana per l’organico, due per l’indifferenziato,  e una  per plastica, carta ed alluminio. Per il vetro, invece, è previsto il passaggio degli operatori ogni due settimane. Ai baresi saranno consegnati mini bidoni e pattumelle da posizionare all’interno degli edifici  o in appartamento , e da svuotare a rotazione in base al calendario di raccolta. La nuova modalità di conferimento della spazzatura si basa sul “tag”, una tecnologia che permetterà di riconoscere da  chi e quando è stato effettuato il conferimento di un determinato tipo di rifiuti. I tag sui bidoncini comunicheranno con alcune antennine posizionate sui camion dell’Amiu. Se l’obiettivo, pur nobile, è quello di raggiungere il 65% della differenziata in città nel più breve tempo possibile, è purtroppo immaginabile un aumento della Tari , e in un periodo di crisi economica, se malaguratamente verrà applicato l’aumento,il sacrificio  non sarà certo poca cosa per le già esauste tasche dei cittadini. Inoltre, se è vero  che all’introduzione della raccolta “porta a porta” dovrebbe conseguire la scomparsa delle varie tipologie di bidoni ora posizionati per le  strade ( finalmente, ci sarebbe da dir,e dopo “l’invasione aliena” durata anni di cassonetti posizionati scriteriatamente in ogni luogo della città), è anche plausibile che questo nuovo sistema potrebbe creare problemi ai meno pratici , e specialmente gli anziani. Differenziare ,allo stato attuale, già è complesso, e possiamo ipotizzare che le misure di raccolta ancor più cervellotiche che il Comune si appresta ad introdurre porteranno ad un profluvio di multe per i baresi ,che in buona fede, potrebbero sbagliare giorno di conferimento o tipo di rifiuto immesso nel bidoncino . il problema potrebbe riguardare, come già detto, le fasce sociali più deboli. Sarebbe interessante conoscere, prima che questa “rivoluzione copernicana” in tema di rifiuti abbia inizio ed entri a pieno regime, i costi , non certo spartani, che l’amministrazione (leggasi i soliti contribuenti baresi) sosterrà per l’acquisto e la manutenzione dei nuovi mezzi supertecnologici, ma anche per l’indotto complessivo. Sicuri che la nuova raccolta differenziata non si rivelerà il classico “bidone”, in conclusione siamo oltremodo curiosi di sapere che fine farà la moltitudine variopinta  degli attuali cassonetti,autentica  croce e delizia dei baresi.Inviarli nei paesi del terzo mondo  seppur nelle loro  disastrate condizioni forze sarebbe la soluzione ideale. Dopo le nostre tante inchieste e polemiche con i vertici aziendali circa il loro posizionamento, ora sarebbe il caso di intonare per questi invadenti e spesso inopportuni contenitori il de profundis. Una cosa è certa: non ci mancheranno.

 

Piero Ferrarese


Pubblicato il 2 Marzo 2016

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