Un’azienda che affonda le radici nel 1700
Ma lo sa che la Di Leo affonda le radici nel 1700?”: con orgoglio e soddisfazione Francesco Altieri, Presidente del colosso Biscotti Di Leo, una corazzata, ci sorprende. Il Quotidiano lo ha intervistato.
Presidente Altieri che cosa rappresenta oggi il gruppo che lei dirige e rappresenta?
“Siamo ormai noti e conosciuti non solo in Italia, ma in Europa ed anche fuori, la reputazione del nostro brand è solida. Parla per noi la nostra storia”.
Ci dica qualche cosa, prego…
“Le faccio una confidenza. Lo sa che il primo atto notarile di un forno della Di Leo ad Altamura risale, dai documenti che abbiamo rinvenuto, al 1700, era un forno a legna nel centro cittadino. Successivamente e passiamo ai giorni nostri nei primi anni del 1900 il fondatore Francesco compra un forno vicino alla Cattedrale di Altamura, negli anni sessanta il trasferimento in una sede più grande e negli anni 70 la svolta industriale con i fratelli Domenico e Vitantonio”.
Qual è il segreto del vostro successo?
“Non esiste una ricetta particolare, possiamo parlare di segreto di Pulcinella. Credo che sia l’impiego di materie prime di qualità e poi la lavorazione che, pur essendo di natura industriale, rispetta criteri artigianali come la produzione a taglio filo di acciaio che rende il prodotto finito assai simile a quello sfornato in modo artigianale”.
I vostri programmi futuri?
“Abbiamo investito 8 milioni di euro in potenziamento e creato una nuova linea di produzione per seguire le tendenze di mercato. Ora assieme alla linea da latte, vogliamo affacciarci nei dolci con ripieno di cioccolato, pasticceria”.
Che effetto ha prodotto su di voi la pandemia?
“Nel 2020 nessuno ed anzi a dirla tutta, abbiamo aumentato il fatturato, oggi la situazione si è normalizzata. Però certamente abbiamo dovuto cambiare tante cose per adeguarci alla normativa anti Covid e mettere in sicurezza i lavoratori”.
Fate solidarietà (lo abbiamo visto con collette di varie associazioni come Vaso di Pandora ed altre)…
“E’ giusto donare a chi è nel bisogno. Noi abbiamo la parte più semplice donando, poi i volontari svolgono quella maggiormente impegnativa”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 15 Settembre 2021