Un’iniziativa socialmente utile o lo schiaffo morale di Emiliano a Renzi?
Che in politica non ci siano amici o nemici per sempre è un dato appurato nella nostra Repubblica. E non c’è da meravigliarsi nemmeno se all’interno dello stesso partito ci sia gente pronta a sfidare il Presidente del Consiglio, pur di mantenere la sua posizione sotto i riflettori della politica nazionale e sbaragliare la concorrenza nella corsa al vertice del Partito Democratico. E’ il caso del Governatore della Puglia, Michele Emiliano, che in questi mesi ha fortemente voluto una legge regionale sul “Reddito di Dignità”, anticipando sul tempo la proposta del M5S sul “Reddito di Cittadinanza” e mutuando di fatto le misure del Governo Renzi già contenute nella Legge di Stabilità e nel Decreto Povertà. Inoltre la Conferenza Unificata Governo Regioni , lo scorso 11 febbraio, ha già approvato all’unanimità il progetto di Attivazione Sociale e Lavorativa, mentre il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato le linee guida dell’intervento, cioè l’ambito nel quale tutte le Regioni dovranno muoversi, nel disegno normativo del Governo, a cui è riservata la competenza esclusiva nella materia in questione. Una corsa quindi, più che contro il tempo per tamponare un’emergenza sociale in continua crescita in Puglia, contro Matteo Renzi. Infatti è risaputo che tra i due non corra buon sangue, visti i loro ripetuti botta e risposta che si sono susseguiti negli ultimi mesi e la celerità con la quale è stata approvata questa legge regionale per la quale Emiliano ha esultato ribadendo che:“Siamo i primi in Italia”, che la dice lunga sulla sfida che ha lanciato al Premier sin dai tempi della campagna elettorale. Inoltre l’approvazione del ReD non è stata digerita dalle opposizioni che avevano più volte chiesto ad Emiliano in Consiglio Regionale, delle modifiche al provvedimento, inserendo ad esempio la ‘social card’regionale e chiedendo un maggiore confronto con le imprese <
Maria Giovanna Depalma
Pubblicato il 3 Marzo 2016