Cultura e Spettacoli

Uno spettacolo per riscoprire il potente messaggio della musica di Rino Gaetano

“Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono ascoltare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell’andazzo sociale. Non voglio impartire insegnamenti, voglio soltanto fare il cronista.” Intonava il noto cantante Rino Gaetano, che nella sua vita non ha mai voluto piegarsi a compromessi di alcun tipo, il classico anticonformista per eccellenza. La sua particolare filosofia di vita, i suoi sogni e le ispirazioni che hanno portato alla creazione delle sue canzoni, sono oggi raccontati nello spettacolo teatrale ‘ A mano a mano…parlando di Rino’, portato in scena recentemente al teatro Abeliano di Bari, in una particolarissima visione intimistica che spicca per autenticità, in cui lo si accomuna per certi versi alla figura di Van Gogh. Nato da un’idea dell’attore e regista Maurizio Sarubbi, sempre pronto a stupirci con le sue opere originali, ricche di personalità.

Com’è nata l’idea di raccontare Rino Gaetano in una maniera così singolare?

“Questo spettacolo è nato da un’idea di un anno fa legata a vicende personali. Le canzoni di Rino come ritmica, di primo acchito, possono sembrare canzonette, ma in realtà ho visto i suoi testi sempre molto teatrali, semplici mai incisivi, sono testi molto profondi e molto potenti. Il testo l’ho scritto insieme a Lidia Cuccovillo, la regia invece l’ho portata io. Le mie opere sono sempre un po’ fuori dal comune, come quella di fare interpretare Rino Gaetano ad una donna. Come dico sempre, a teatro 2+2 fa 7, questo per dire che non amo seguire schemi comuni di rappresentazione, detesto la banalità, cerco sempre una via non convenzionale di esprimermi, e in questo caso era dovuta per rispetto alla vita e alla ideologia di questo autore così versatile e anticonvenzionale.”

La sua produzione è difficile da interpretare per una donna? 

“Rino Gaetano per una donna non è semplice, molte donne hanno cantato le sue canzoni, ma in realtà nella recitazione è più complicato. Lui ha cantato molto le donne e i loro stati d’animo, c’è l’attenzione a tutto ciò che è femminile, ma più che le canzoni, che comunque cantiamo suonando la chitarra sulla scena, ci proponiamo di raccontare aneddoti di vita da cui traeva ispirazione. Rino Gaetano uomo, più che il personaggio dello spettacolo.”

Questo artista potrebbe interpretare il mondo moderno e le sue problematiche?

“Decisamente sì, poiché questo era il suo punto di forza: lui era molto sensibile al problema degli emarginati, dell’immigrazione, dello sfruttamento sul lavoro. I temi delle sue canzoni sono molto attuali e profetici. Questo è anche il motivo per cui ancora oggi tanti ragazzi lo ascoltano e amano. All’epoca non fu del tutto compreso, trattato anche male dalle varie scuole musicali di quel periodo. Perché lui era un poeta, un giullare super partes, l’anticonformista per eccellenza, in tutti gli aspetti del suo modo di porsi. Non sopportava gli schieramenti e preferiva lasciare al fruitore delle sue canzoni la libertà più assoluta di interpretarle.”

Straordinaria interprete di Rino Gaetano sul palco l’attrice Lidia Cuccovillo, che ci parla della lunga ricerca affrontata per interpretare questo ruolo.

Qual era il suo credo? La sua filosofia di vita? 

“Le sue canzoni erano attraversate da molteplici sfaccettature semantiche, lui dava la possibilità semplicemente di divertirsi, oppure di riflettere o di avere spunti per approfondire una certa tematica. Era molto attaccato ai valori della libertà.”

Le caratteristiche della sua musica si possano bene adattare ad una rappresentazione teatrale?

“Assolutamente sì. Durante la ricerca testuale sulle sue opere abbiamo scoperto dei punti in comune con l’artista Van Gogh, da qui l’idea di fare un parallelismo tra i due che si articola attraverso dei dialoghi. La lente d’ingrandimento si colloca sul come lui creava le sue canzoni, da cosa partiva e cosa lo interessava sottolineare. Quindi lo spettacolo teatrale non porta le sue canzoni come cover band, noi lo immaginiamo nella sua stanza e nel suo mondo che scrive e ricollega idee, e intanto riflette. Portiamo in scena i contenuti delle sue canzoni trasformandole a monologo teatrale, come per esempio nella famosissima ‘ Il cielo è sempre più blu’ e ‘ Mio fratello è figlio unico’ da cui poi parte la recitazione.

Qual era la sua particolare visione del mondo?

“Iniziò ad andare in depressione quando imposero delle regole al suo modo di fare musica. Questo si evince sulla scena anche attraverso il dialogo con Van Gogh, anche lui emarginato, escluso e incompreso, famoso solo dopo la morte. Nel momento in cui la RCA ha cominciato a imporre delle regole sui suoi testi, lui non ha saputo scendere a compromessi.”

È nota al pubblico la sua vittoria a Sanremo diciamo ‘fuori dagli schemi’…

“La sua caratteristica era quella di non essere interessato al successo, né aveva finalità economiche o di carriera, lo dimostra il fatto che dopo la vittoria di Sanremo non rimase a festeggiare come gli altri, ma andò nel solito bar. Amava le cose piccole: per esempio si presentò alla premiazione con un asciugamano al collo. Quella mise alla Petrolini, per lui che amava tanto il cabaret, era un gesto di ribellione nei confronti di quelle regole imposte alla partecipazione del Festival. Oltretutto lui era un appassionato di teatro. Anche Van Gogh diceva che l’Accademia era letame, disdegnando le regole imposte. Io me ne sono innamorata dopo averlo studiato a lungo, un personaggio di cui si conoscono solo poche canzoni famose, ma che vanta un’ampia produzione meno popolare di bellissimi pezzi che speriamo di far riscoprire e apprezzare al pubblico di oggi “.

Le prossime tappe di questo vibrante spettacolo denso di lirismo interpretativo e interessanti parallelismi tra musica e arte, saranno a Maggio al teatro Di Cagno, per poi passare alla programmazione estiva della nuova sede del Duse.

Rossella Cea


Pubblicato il 13 Aprile 2022

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