Cronaca

Uno Sportello di Ascolto per gli imprenditori in difficoltà

 

Nascerà nella diocesi Bari- Bitonto ( ed è una iniziativa  molto importante) lo Sportello di Ascolto per gli imprenditori. Si tratta di una scelta di concerto tra diocesi, Caritas e Ucid, l’associazione degli imprenditori cristiani. La sede, con ogni probabilità, sarà in via Dei Mille a Bari presso il dormitorio Vito Diana e lo sportello prenderà il via tra la fine del mese di Dicembre o l’inizio di Gennaio. Ne abbiamo chiesto conferma al responsabile della Pastorale sociale e del Lavoro della diocesi, dottor Tommaso Cozzi.

Dottor Cozzi, la diocesi, assieme a Caritas e Ucid, ha scelto di aprire uno sportello di ascolto per gli imprenditori, perchè?

“Voglio prima di tutto spiegare alcune cose pratiche. Sarà uno sportello gestito da imprenditori per gli imprenditori in difficoltà. Saranno loro ad ascoltare i colleghi. Ovviamente non saranno in grado di aiutare tutti, però è bene che oggi l’imprenditore sappia di non essere solo, che c’è qualcuno pronto ad ascoltarlo e a dare suggerimenti”.

Imprenditori in crisi, a che cosa si deve?

“Bisogna finirla con la mentalità molto antica che vede contrapposti lavoratori e imprenditori. Indubbiamente qualche volta accade, ma le due parti generalmente sono alleate, navigano nella stessa barca, fanno la stessa strada. In tutta Italia ed anche a Bari esistono imprenditori eroici che fanno di tutto per salvare i posti di lavoro e gli stipendi dei loro dipendenti. Spesso questi imprenditori soffrono la crisi di settore, o sono vessati dal fisco e dal sistema bancario che non aiuta affatto”.

Chi ascolterà gli imprenditori?

“Saranno i loro colleghi che meglio posono conoscere i problemi. In regime di volontariato, una volta alla settimana per ciascuno, dedicheranno il loro tempo a questo servizio. Non vogliamo mettere dei burocrati che non servono a niente. Chi meglio di un imprenditore è in grado di comprendere le esigenze di un collega?”.

Domenica scorsa la Chiesa cattolica ha celebrato la Giornata Mondiale dei poveri. Qual è la situazione povertà a Bari?

“Molto preoccupante.  Come ben sapete, abbiamo da poco inaugurato la nuova sede del dormitorio Vito Diana e mi sembra un sengo di attenzione. Però non basta. Dare un piatto di pasta e una coperta è bene, ma rappresenta solo l’inizio di un percorso. Esistono altre necessità da assicurare e penso alla povertà spirituale e culturale, alla solitudine di chi si sente emarginato. Le parrocchie diocesane fanno tanto e penso alle tante iniziative lodevoli come il servizio alimenti e le scuole di sostegno per i bambini”.

Esistono nuove povertà?

“Certo. Le mense di tante parrocchie sono nate sotto l’impulso del fenomeno migratorio, ma oggi si popolano di altri fruitori come i padri separati e chi ha perso il lavoro. Nelle nostre mense oggi il 30 per cento è fatto da italiani. La Chiesa fa molto in regime di sussidiarietà, parlo del volontariato cattolico che aiuta il pubblico. Ma il pubblico potrebbe e dovrebbe fare di più. Se il volontariato cattolico dovesse fermarsi e venir meno, sarebbero problemi seri. Questo anche le pubbliche istituzioni lo riconoscono, lo abbiamo sentito alla recente Settimana Sociale di Cagliari”.

Bruno Volpe


Pubblicato il 8 Dicembre 2017

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