” Oggi come oggi uscire con i pescherecci è fuori mercato, non ha senso e ci rimettiamo solamente”: parole e musica di Domenico Di Tullio, titolare di Marisqueria a Poggiofranco, via Mazzitelli. Di Tullio ha un peschereccio e può analizzare con assoluta competenza il delicato momento che vive la pesca.
Di Tullio: siete in sciopero, perchè?
” Perchè uscire con questi chiari di luna non ha senso, andiamo solo in perdita. Da sempre maggio è un mese fiacco per il pesce, e questo lo sappiamo. Poi per ovvie ragioni, il pesce è diminuito in mare. Aggiungete ed è la causa scatenante, l’ elevato o peggio ancora proibitivo costo del gasolio e il quadro è chiaro”.
Insomma, lo sciopero come auto difesa..
” Dice bene. E’ una scelta obbligata, speriamo che il governo ci ascolti. Il quadro di insieme per quanto ci riguarda non è soltanto difficile, ma direi persino drammatico. Il costo al litro del gasolio è raddoppiato. Da 0, 60 ad un euro e venti in poco tempo. Che senso ha uscire, fare 24 ore di lavoro per ricavare appena cinquanta euro e andare in perdita? Nessuno, meglio stare a casa”.
Che cosa chiedete al governo?
” Al governo chiediamo di abbassare il prezzo del gasolio, è fondamentale. Poi in seconda battuta di avere sgravi fiscali adeguati”.
Il pesce che si vede adesso nelle pescherie qual è?
” Intanto se ne vede molto poco. Poi è in prevalenza di allevamento, in parte importato e frutti di mare come cozze e vongole”.
Parla Savino Amoruso, anch’ egli titolare di un peschereccio: ” Lo sciopero è non solo giusto,ma necessario. Uscendo ci rimettiamo e non ha alcun senso. Viviamo un momento di estrema difficoltà, noi viviamo del pescato e quando ci mettono il prezzo del gasolio al triplo ci rendono la vita impossibile. Allo Stato chiediamo una riduzione del gasolio al litro del sessanta per cento, altrimenti andiamo avanti ad oltranza. Se ci fate caso oggi di pesce nelle pescherie se ne vede poco e di questo passo, se proseguiamo, ancora meno. Siamo determinati”.
BV
Pubblicato il 28 Maggio 2022
