Cronaca

Va in scena la prima direzione regionale del Pd a guida Marco Lacarra

Si è svolta lunedì scorso la prima direzione regionale del Pd a guida del neo segretario pugliese Marco Lacarra. I temi affrontati  dal nuovo segretario nell’esordio sono stati nell’ordine: l’analisi del voto in Puglia alle ultime amministrative; il commissariamento della federazione provinciale del Pd ionico ed il referendum costituzionale del prossimo autunno. “In Puglia non c’è stata una avanzata del Movimento 5 Stelle, a parte i casi di Ginosa e Noicattaro” ha dichiarato Lacarra, facendo la disamina generale del voto alle amministrative dello scorso giugno in Puglia, per cui, continuando, ha poi aggiunto: “Devo contraddire l’analisi della direzione nazionale”, infatti  per il neo segretario del partito di Matteo Renzi “neanche il centrodestra, escludendo Brindisi, è riuscito ad affermarsi nella tornata elettorale”. “Il nostro elettorato – ha dichiarato inoltre Lacarra – lo abbiamo perso soprattutto nell’astensionismo e nella frammentazione che si è verificata in alcuni Comuni”. Un passaggio, questo, che – come spiegato in un’apposita nota diffusa dalla segreteria pugliese del Pd – è servito a Lacarra a chiarire le dinamiche che hanno prodotto un risultato elettorale ritenuto invece deludente dal segretario nazionale Renzi, nel corso della direzione romana della scorsa settimana. Quindi, il neo segretario del Pd pugliese, pur professandosi “renziano”, sull’anali del voto in Puglia è in sintonia più con il governatore Michele Emiliano che con il segretario nazionale del partito. Anche se poi lui stesso ammette: “Siamo stati penalizzati da una fortissima conflittualità interna al partito in parte dovuta a divergenze su temi caldi dell’agenda politica come il riordino ospedaliero, l’agenzia dei rifiuti e le problematiche connesse all’Ilva” ed ipotizza che se in Puglia il Pd avesse riprodotto la coalizione che governa la Regione, probabilmente avrebbe vinto. Il rimedio prospettato da Lacarra alla direzione regionale, affinché non accada di nuovo ciò che si è verificato alla ultime amministrative, è superare le conflittualità interne al partito, introducendo regole certe e chiare da far rispettare a tutti gli iscritti al Partito democratico. Insomma, il neo segretario Lacarra non concorda con Renzi nel considerare deludente il risultato delle amministrative pugliesi, però poi, pur non esprimendo valutazioni trionfalistiche, ha dichiarato pure che ciò che è accaduto deve far riflettere la classe dirigente locale del partito.  Infatti, il neo segretario accennando alle amministrative del prossimo anno al Comune di Taranto e Lecce ha detto: “Dobbiamo essere pronti ad offrire un prodotto politico credibile e capace di confrontarsi su tematiche importanti come quelle di Taranto”, spiegando che “la composizione delle alleanze sarà fondamentale e se ripartiremo dalla stessa compattezza della coalizione regionale saremo in grado di recuperare credibilità. Dobbiamo ragionare con le liste civiche, senza più inciuci, ma puntando alla governance e alla leadership di una coalizione aperta, inclusiva, che abbracci Sel e l’Udc”. La direzione di lunedì scorso del Pd pugliese  si è soffermata anche sul recente commissariamento della Federazione provinciale di Taranto del partito, con la presa d’atto da parte dei componenti delle dimissioni del segretario provinciale ionico, Walter Musillo. Infatti, la fase transitoria è stata affidata ad Antonio Maniglio e Michele Pelillo, che avranno il compito di traghettare la Federazione fino ai prossimi congressi straordinari dei circoli commissariati che si svolgeranno a novembre per decisione della stessa assemblea. La provincia di Taranto, ha rilevato Lacarra alla direzione, ha vissuto maggiori conflittualità interne rispetto ai centri chiamati al voto delle altre province pugliesi. Infatti, ha poi sottolineato il neo segretario regionale, “la crisi delle amministrazioni di Palagiano e Martina Franca ha messo in luce un’ evidente incapacità della classe dirigente di fare sintesi ed è stata un ulteriore schiaffo al Partito democratico”. Per cui, ha affermato ancora Lacarra, “la strada migliore per dare una scossa era il commissariamento”. “Ho assunto in prima persona il ruolo di commissario – ha aggiunto il segretario del Pd pugliese –  per dimostrare che non si trattasse di una manovra ispirata da qualcuno. Le situazioni di conflittualità provocano disagio e avversione verso il Pd e alimentano confusione nei nostri elettori che, con l’astensione, hanno voluto darci un segnale forte. Ora abbiamo il tempo di recuperare una proposta politica solida di governo”. In effetti, il fatto che i Comuni della provincia di Taranto siano stati un vistoso neo del Pd alle ultime amministrative è un dato che deve preoccupare non poco i vertici regionali del partito di Renzi che probabilmente sono già venuti a conoscenza che i “5 Stelle” per le amministrative del prossimo hanno puntato la loro attenzione proprio sul capoluogo ionico, per conquistare il primo grande Comune pugliese, per cui sono già al lavoro per individuare il nome da proporre prossimamente a sindaco nella Città dell’Ilva, dove il Primo cittadino uscente, Ippazio Stefano (ex Sel, ora Pd) non potrà essere ricandidato, avendo già svolto il ruolo di sindaco per due mandati consecutivi. Poi, sul tema dell’imminente referendum costituzionale del prossimo autunno, Lacarra ha chiarito fermamente ai membri della direzione regionale la propria scontata e già nota posizione. Infatti, ha affermato il neo segretario: “Voterò sì e ritengo che il Pd debba votare sì perché la logica lo richiederebbe”, concludendo: “Mi impegnerò con tutta la mia energia per far in modo che a novembre vinca il sì”, sottintendendo ovviamente che questo suo impegno per la vittoria del “sì” riguarderà principalmente (se non esclusivamente) la propria regione, ovvero la Puglia. Però, come è ben noto anche agli addetti a lavori della politica, tra il dire ed il fare c’è sempre di mezzo il mare, per cui a tal proposito sarà soprattutto interessante scoprire che cosa deciderà di fare il suo predecessore alla segreteria regionale del Pd, nonché attuale governatore pugliese, Emiliano per l’appunto. Intanto, proprio lunedì scorso l’ex premier e leader del Pd Massimo D’Alema proprio dalla Puglia ha cominciato la propria campagna per il “no” al referendum costituzionale, partecipando nello stesso giorno a ben due incontri (uno a Bari e l’altro a Lecce) di mobilitazione contro l’orientamento ufficiale del Pd di Renzi e, soprattutto, dei seguaci pugliesi del premier o pseudo tali.     

 

   Giuseppe Palella


Pubblicato il 13 Luglio 2016

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