Cultura e Spettacoli

Valorizzare la Puglia si può e si deve, anche sul piano enogastronomico

Anni di esperienza nel settore e numerose attività di successo hanno reso lo Chef Donato Carra un grande conoscitore delle dinamiche economiche, gestionali e motivazionali indispensabili per condure un’attività ristorativa “di pregio”.Il suo costante dialogo con i produttori gli ha permesso di sviluppare una visione chiara di tutto ciò che è necessario per migliorare le perfomance di una qualsiasi attività di ristorazione, in qualsiasi contesto e territorio, nazionale ed ‘estero.Da sempre Donato Carra si è posto l’obiettivo di valorizzare la sua terra d’origine: la Puglia, con i suoi prodotti a Km. zero e le sue aziende agroalimentari. Uno chef sempre pronto ad accettare nuove sfide e alla costante ricerca di inedite opportunità apportatrici di benessere per l’intera comunità, volte alla creazione di una sorta di “Turismo Sostenibile e Sociale” dedicato alla Puglia e alle sue bellezze naturalistiche.

La Puglia è infatti un territorio in parte ancora incontaminato, oggi meta sempre più amata e ricercata dai turisti provenienti da ogni parte del mondo che ne adorano la bellezza: il mare limpido e cristallino, le antiche tradizioni, i sapori tipici. Un ambiente, quello pugliese, tutto da proteggere, valorizzare, esplorare, da vivere e da cui lasciarsi incantare. Ed è proprio questa idea di Puglia che lo Chef Carra continua a difendere e promuovere in tutto il mondo.

Abbiamo chiesto direttamente a lui, definito uno tra i massimi esperti di food-marketing internazionale cosa occorre fare, dunque, per proteggere la cucina pugliese e, allo stesso tempo, per valorizzarla.

Chef, la Puglia è da anni la meta più amata dai turisti italiani e, con volumi sempre crescenti, anche dagli stranieri. Questa regione cosa riserva di magico ai fortunati visitatori?

“Grazie ad una serie di promozioni territoriali di tipo culturale, culinario e musicale ci si è accorti delle bellezze paesaggistiche del territorio, della sua cultura popolare e della rete di attività che rendono il soggiorno qui molto emozionante ed intenso. Se si sa guardare oltre lo stereotipo del mero svago, la Puglia assicura una riscoperta di valori e di tradizioni importanti.”

Lei esporta la cucina pugliese in tutto il mondo valorizzandola con orgoglio.

“In Puglia abbiamo un patrimonio che nel mio piccolo cerco di proteggere sempre, ogni giorno. La cucina pugliese non si può inventare. È costituita da tendenze, segreti culinari e gusti che si evolvono di generazione in generazione. Una passione che in ognuno di noi nasce sin dalla giovane età e che in seguito viene trasferita ai propri figli affinché questa possa sempre più rappresentare un punto di riferimento per l’enogastronomia della valle d’Itria e della Puglia”.

Valorizzare il territorio e i suoi prodotti tipici, la cultura rurale e contadina attraverso il recupero delle tradizioni in chiave moderna e innovativa per lei è divenuta una mission?

“Certo! Se è importante promuovere il brand Puglia e comunicarlo all’esterno, altrettanto importante è riuscire ad offrire ai turisti prodotti di qualità in grado di legarli maggiormente alla nostra terra. I turisti, soprattutto quelli stranieri che amano venire in Puglia al di fuori della stagione più ‘alta e gli stessi pugliesi ultimamente stanno riscoprendo le tracce di una Puglia insolita e ricca di suggestioni in autunno. La cooperazione tra pubblico e privato può anche aiutare a qualificare l’offerta turistica regionale e a sviluppare il senso della comunità. Non dimentichiamoci che tradizione, legame col territorio e capacità di riproporre sapori antichi in modo originale e moderno, utilizzando al meglio materie prime di qualità, sono il segreto del successo culinario della Puglia”.

Il turismo in Puglia è in crescita e lo dimostrano i dati registrati nel 2017: lo scorso anno la Puglia è stata scelta da 3.7 milioni di turisti, con un +8,4% di arrivi totali e un +6,7% di presenze. Gli arrivi dall’estero sono +16,2%, in netto aumento rispetto all’8-10% degli anni precedenti, ma questo non spinge la regione ad essere tra le mete privilegiate a livello internazionale, come mai secondo lei ?

“Per garantire una crescita ancora più omogenea e in grado di far entrare la Puglia nelle graduatorie internazionali bisogna puntare e investire in qualità per valorizzare tutto ciò che il territorio pugliese ha di bello. Per qualità intendo il miglioramento dei servizi offerti, delle strutture alberghiere e delle professioni nel settore. Inoltre per aumentare il turismo in Puglia bisogna creare una scuola di alta formazione professionale continua e permettere anche ai piccoli imprenditori di collaborare con le grandi catene alberghiere in grado di formare il personale”.

Attualmente ha cominciato, in qualità di Chef Corporate, una nuova sfida con la “ DivellaS.p.a”?

“La Divella è una grande azienda produttrice di pasta di semola di grano duro: una lunga storia iniziata per mano di Francesco Divella che realizzò il suo primo molino per la macinazione del grano a Rutigliano, piccolo comune agricolo della provincia barese. Ho sposato la loro filosofia in quanto esaltare il piacere del mangiar bene vuol dire proporre alimenti genuini che ben si inseriscono in un quadro alimentare equilibrato”.

Un suo sogno nel cassetto?

“Il mio sogno è quello di realizzare una struttura con dei laboratori dove fare formazione. Entrare nelle carceri e riformatori e fare formazione e informazione a quei ragazzi che non hanno potuto avere la possibilità di approcciarsi al mondo del lavoro. Creare una tavola rotonda con la Federalberghi e fare in modo che dopo un periodo di formazione entrino come stagisti in catene alberghiere dando loro una seconda possibilità del vivere in società”.

 

Marina Basile


Pubblicato il 14 Marzo 2018

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