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“Vecchi tromboni trombati a confronto. Quale idee per fregare il prossimo”

E’combattivo come non si era mai mostrato prima Angelo Cera, l’unico esponente pugliese dell’Udc che alle politiche dello scorso febbraio è riuscito ad entrare a Montecitorio, per grazia ricevuta dal segretario nazionale del partito Lorenzo Cesa. Quest’ultimo, infatti, capeggiando la lista alla Camera dello scudocrociato sia in Puglia che in Calabria, era risultato l’unico eletto in entrambe le regioni, ma alla fine però, optando per l’elezione nel collegio calabrese, ha consentito quindi la riconferma in Parlamento di Cera, che in Puglia non sarebbe stato eletto poiché era al secondo posto della lista. Ma ora, a circa cinque mesi dal risultato elettorale ed a stanza di pochi giorni dallo svolgimento a Roma dell’assemblea nazionale del partito, lo scorso 20 luglio, l’unico deputato  pugliese ripescato dell’Udc è un vero ‘fiume in piena’ di accuse contro chi nel partito, anziché mettersi da parte, vorrebbe riprenderne in mano le sorti con l’idea di creare un nuovo soggetto politico centrista, che vada oltre “Scelte civica” e la stessa Udc, che con il partito di Mario Monti è stata alleata alle ultime elezioni politiche. Infatti, Cera non usa mezzi termini e, dopo un primo intervento di cui abbiamo già dato notizia sull’edizione del 24 luglio scorso, torna alla carica contro la costituzione di un nuovo partito e rileva: “Pensare ad un nuovo soggetto politico è il solo mezzo per riciclarsi e uscire puliti dalla distruzione attuata ai danni dell’Udc”. E, continuando, Cera afferma: “Mi risulta che si stanno facendo incontri, in località segrete della Capitale, per cercare di allungare i tempi del congresso, programmato per settembre, e uscire fuori con un’idea di nuovo, che non c’è”. Poi, a margine di tale affermazione, il deputato foggiano dell’Udc aggiunge: “Questa politica, che appartiene ad un modo di fare obsoleto, dimostra che anche le alleanze fatte in passato erano in funzione di calcoli personali e poltrone”. E Cera insiste nell’attacco contro i sostenitori di un partito nuovo: “Ora che alcuni non sono più seduti comodamente e senza stipendio da parlamentare, cercano di trovare rimedi, a medio termine, per ricollocarsi all’interno del Palazzo. Eppure c’è chi, riconoscendogli un valore elettorale aggiunto, è riuscito ad avere, fortunatamente, una scrivania in Parlamento e in qualche ministero”. Però, l’unico parlamentare pugliese dell’Udc non si ferma alle accuse, ma lancia pure una provocazione: “E’ giunto il momento di far sapere chi mira (unicamente!) al proprio bene e chi è stato coerente con quello che si è sempre predicato”. Una provocazione non certo priva di considerazioni: “Se queste sono le basi -. evidenzia sempre Cera – per mettere in piedi un nuovo soggetto politico, la conclusione è che in mezzo alle carte ci saranno sempre i soliti noti e sempre i soliti sciocchi a portargli i voti”. Poi, ironicamente lo stesso rappresentante parlamentare centrista conclude il suo affondo, chiarendo anche il vero obiettivo delle sue polemiche: “E meno male che tutti si ricordano ancora gli occhi distrutti di quel Pierferdinando Casini, che alla fine della campagna elettorale annunciò il suo definitivo abbandono”. Ma la provocazione destinata certamente ad inasprire le polemiche sul futuro dello scudocrociato è quella lanciata, sempre da Cera, qualche giorno fa, quando con un comunicato ha reso noto che, se egli potesse consigliare a qualcuno il titolo di un prossimo convegno elettorale del partito, gli suggerirebbe il tema: “Vecchi tromboni trombati a confronto. Quale idee per fregare il prossimo”. E, proseguendo, in quest’ultima comunicazione il deputato foggiano dell’Udc, nonché  consigliere regionale del partito di Casini fino alle politiche del 2008, quando fu eletto per la prima volta alla Camera, e poi anche ex-sindaco di San Marco in Lamis, afferma: “Uscire fuori con un’idea di nuovo, dopo che si è deciso di cambiare una decina di volte simbolo e nome del partito, mi sembra quantomeno assurdo”. E, sempre Cera, continua sostenendo che: “Un partito nuovo, proprio ora che alcuni non sono più seduti comodamente e senza stipendio da parlamentare, è quantomeno opportunistico”. E tutto ciò per l’esponente pugliese dello scudocrociato sarebbe “Quanto basta per riconoscere chi mira alla propria poltrona e chi è stato coerente con quello che si è sempre predicato”. Inoltre, Cera proprio a conclusione della sua presa di posizione contro la proposta di chi, come Casini, vorrebbe costituire un nuovo partito, ecco che lancia la sua sfida ai vertici romani dello scudocrociato tradizionale: “Invito i miei colleghi parlamentari a creare alla Camera il gruppo dell’Udc, togliendo così la possibilità a chi lo ha ammazzato di fare i fattacci propri”. Unitamente ad un ultimatum: “Se questo non avverrà nel giro di poche ore – dichiara Cera – sarò io a prendere l’iniziativa, aderendo al gruppo misto e formando l’unica cellula Udc”. Ora, però, bisognerà attendere, per vedere chi raccoglie la sfida di Cera e chi invece si tirerà indietro, continuando a barcamenarsi senza un ben definito progetto politico. E, quindi, all’insegna dei vacui proclami  e delle enfasi “casiniane”. Ma soprattutto del motto oraziano “carpe diem”. E sulla balzana idea dell’unico parlamentare superstite dell’Udc pugliese, a Bari c’è pure chi, tra i pochi attivisti del partito ancora presenti, in modo ironico ed assai divertito provocatoriamente suggerisce un confronto tra “Vecchi trombatori trombati dell’Udc”. Un modo questo che – a detta di qualcuno di questi nostalgici baresi dello scudocrociato – sarebbe davvero elegante ed appropriato per porre effettivamente la parola fine a Bari “alla gloriosa tradizione centrista di un simbolo che negli ultimi anni è finito nelle mani di soggetti politici a dir poco ridicoli”. E, sempre lo stesso nostalgico, conclude rilevando che in una città di mare, qual’é Bari, è ben noto l’antico detto locale che: “Il pesce comincia a puzzare dalla testa, non dalla coda!”. E, dopo questa sarcastica considerazione, chiude: “E con simili premesse i pretendenti eredi dello scudocrociato della vecchia Dc a Bari non potevano che ridursi nella situazione in cui sono ora”. Amen! 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 31 Luglio 2013

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