Cultura e Spettacoli

Vecchie pagine che scottano

 

In un articolo a firma di Ilaria Palumbo, pubblicato su Bari Inedita due settimane fa, si legge di un antichissimo libro delle profezie pervenuto nelle mani di una tale Giovanna. Costei sarebbe figlia di una nota sensitiva di Mola di Bari, Bellina, oggi scomparsa. Il libro, scritto in un latino arcaico del Trecento, ricco di nozioni di astrologia e di astronomia intervallate da passi dei Vangeli, apparteneva a questa Bellina, che ne faceva uso per emettere le sue (dicono) infallibili sentenze. Lo aveva ereditato dalla madre, Rosa, detta ‘del prete’ poiché a sua volta figlia di una perpetua che orientativamente verso la fine dell’Ottocento aveva servito un prete, proprietario del volume. Questo misterioso sacerdote sarebbe l’ultimo anello conosciuto di una catena di passaggi (il condizionale resta d’obbligo in questa storia, dal momento che nessuno ha mai visto il libro in questione). Oltre l’innominato prete non è possibile andare. Cerchiamo sulla base di così scarni elementi di imbastire una qualche teoria. Dove si procurò quel libro il nostro sacerdote, lo scovò in qualche polverosa biblioteca? La natura del testo fa pensare invece ad un testo di quelli che i Maestri consegnano ai discepoli ritenuti degni… Vogliamo immaginare una ‘categoria’ di persone che si tramandano di generazione in generazione una conoscenza destinata a restare ‘esclusiva’?… Senza tirare in mezzo i Templari, il Codice da Vinci, il Graal e l’Arca dell’Alleanza, si può concretamente pensare ad una catena di antichi esorcisti. ‘Antichi’ nel senso che il rituale dell’esorcismo approvato dalla Chiesa, il ‘De exorcismis et supplicationibus quibusdam’, risale al 1614, mentre il nostro libro risale a tre secoli prima… Insomma, individuare nel manoscritto in possesso della signora Giovanna l’antenato del ‘De exorcismis et supplicationibus quibusdam’, un libro in origine ricco, oltre che di suppliche ed intimidazioni, anche di conoscenze ‘pesanti’ in fatto di astrologia e astronomia (e chissà anche di cabala) ma poi soppresse perché ritenute pericolose per chi sapesse manovrarle. Resta a questo punto da interrogarsi sul perché quel sacerdote non l’abbia ‘passato’ al suo discepolo: Non riuscì ad individuarlo o smise di credere nel Demonio? In entrambi i casi avrebbe dovuto dare alle fiamme il libro. A meno che lo stesso non gli sia stato sottratto… Ma chi oggi può decifrare e poi interpretare un latino medievale vergato a mano in caratteri gotici?… Mettiamola così : Quel libro è ‘solo’ un vecchissimo trattato di astronomia e astrologia che la sensitiva Bellina adoperava per fare scena, per suggestionare il consultante, entrare in contatto telepatico e ‘vedere’. Diversamente, faccia molta attenzione quella signora Giovanna a non lasciarsi ‘tentare’. La storia dell’incauto sperimentatore è nota a tutti.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 26 Maggio 2016

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