Cultura e Spettacoli

Vedi il Santo e dimentica

Un San Nicola tutto da dimenticare. La Coca Cola che non si accorda con l’Amiu per la raccolta differenziata di migliaia di lattine distribuite gratuitamente, un corteo miserello, l’impudenza degli abusivi e l’indecoroso parapiglia sotto la pioggia hanno consegnato alla storia una delle peggiori sagre degli ultimi anni. Cominciamo dal corteo,  acquoso e omologato come tutte le rievocazioni storiche che si fanno oggi, ha pure evidenziato una regia senza idee ed un’organizzazione carente. E poi che uggia questa prevedibile parata di serpenti portati a spasso, falconieri, giocolieri, mangiafuoco, sbandieratori, timpanisti, cavalieri, armati e postazioni mobili più criptiche che didascaliche. Dov’era San Nicola? Il nostro Santo inteso come sensazione, odore, colore locale latitava del tutto (per non dire della pena di quel Santa Klaus in chiusura di corteo, non si capiva bene se giunto in ritardo anche per Pasqua o in anticipo persino rispetto a Ferragosto). Quanto al rovinoso fuggi fuggi sotto la pioggia, forse era il caso di attrezzarsi con gazebo qua e là (che non meno utili si sarebbero rivelati col solleone). Infine, lo sconcio dei rifiuti e degli abusivi è conseguenza della ostinazione a voler festeggiamenti kolossal in una città che per come è fatta non può più metabolizzare grandi masse. Mancano i parcheggi, i bagni pubblici, le panchine… manca lo spazio fisico. Bari scoppia. Se per farla andare in tilt basta una domenica senz’auto nel borgo murattiano o una maratonina che chiuda al traffico il Lungomare, figurarsi con 10mila pellegrini e centomila persone assiepate sul Lungomare. E’ pure una questione di ordine pubblico. Non ha fatto piacere a nessuno vedere la caravella scortata da una torma di giannizzeri, modello scorta Berlusconi. Se il pericolo di attentati certamente giustificava tale misura, c’è da domandarsi se – visto il clima – certe cose non abbiano fatto il loro tempo. Con ciò non siamo qui a proporre un’abolizione della sagra nicolaiana, bensì il suo riclassamento ad una dimensione non pretenziosa, affatto enfatica o auto celebrativa.  Basta perciò col gonfiare eventi che poi non si sa come gestire. Ma le nostre Istituzioni, refrattarie alle lezioni più solari, come giocatori in serata-no che rilanciano invece di abbandonare il tavolo verde, adesso pensano seriamente ad un Fondazione. Non bastassero certi clamorosi e fallimentari esempi, un altro leviatano mangia-soldi minaccia di prendere forma. Un altro pretesto per gongolare sotto riflettori, per dare inizio alla solita tarantella del do-ut-des, per favorire gli amici degli amici, per mungere la grande vacca europea e, chissà, per ritoccare ICI, tassa rifiuti, biglietto bus….
italointeresse@alice.it
 
 
 
 


Pubblicato il 12 Maggio 2011

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