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Vendola non cambia: talenti, giovani e soprattutto dirigenti nei punti chiave…

“Questa edizione di Ritorno al futuro è figlia della consapevolezza di quanto possa essere strategico investire sul talento dei giovani dal punto di vista della qualificazione della formazione”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola al termine della conferenza stampa di presentazione di Ritorno al futuro, il nono bando del Piano straordinario per il lavoro, insieme con gli assessori Alba Sasso e Nicola Fratoianni. Ma ai pensieri e parole del presidente pugliese di passaggio da queste parti per presentare quest’altra edizione dei futuri di ritorno: “Noi stiamo qualificando la domanda di lavoro – ha detto ancora Vendola – perchè l´offerta di lavoro è sempre più agganciata ai livelli alti di qualificazione produttiva. Consentiamo alle famiglie di non sopportare l´onere di un percorso di alta formazione, consentiamo a uno spicchio di generazione di poter modificare il proprio destino esistenziale. Sino ad ora alcune migliaia di giovani pugliesi hanno, proprio grazie a Ritorno al futuro, potuto cambiare il senso della propria vita, hanno potuto realizzare un sogno altrimenti chiuso per sempre nel cassetto, hanno potuto, crescendo come profilo di persone qualificate e formate, trovare più facilmente collocazione nel mercato del lavoro”. Famiglie che non sopportano l’onere della formazione dei propri figli? Alta formazione? Realizzare sogni altrimenti chiusi nei cassetti? Ma di cosa stava parlando il sempre più etereo distaccato dalla realtà governatore pugliese? Forse nessuno glielo ha detto a Nichi Vendola, ma l’ultima edizione dei master sponsorizzati dalla Regione Puglia ha visto in primo piano centinaia e centinaia di ragazzi costretti ad anticipare i soldi per i loro corsi, chiedendo addirittura prestiti alle banche, per poi perdere tutto. Lui, forse, considererà il lavoro un fattore competitivo, lavoro povero ma stabile e competente, eppure Ritorno al Futuro delle ultime tre edizioni s’è rivelato una grossa fregatura per moltissimi partecipanti. Provate a dir loro che Ritorno al futuro è una delle politiche più innovative sul terreno delle giovani generazioni, una politica di respiro europeo e di cultura europea. Ora Vendola e i suoi assessori parlano di continuo monitoraggio con i diretti fruitori, cioè ragazzi e ragazze che hanno rappresentato in tempi reali i problemi, però non risulta che siano stati cambiati registri o rinforzati gli uffici regionali competenti alla Zona Industriale di Bari. Come mai? Di che monitoraggio si parla? Vendola stesso ha dovuto ammettere che essendo una sperimentazione, ci sono state molte criticità “…ma non abbiamo messo la polvere sotto il tappeto, anzi abbiamo continuamente monitorato lo stato dell´arte, concordando con le forze sociali la possibilità di migliorarlo in corso d´opera”. Tutto falso e i ragazzi lo sanno perché lo vedono ogni giorno impegnato altrove, al capo della giunta regionale pugliese. O se è da queste parti, è perché deve provvedere a circondarsi di fedelissimi e dirigenti più che obbedienti. “Le quotidiane apparizioni televisive ce lo rappresentano come un campione originale della più pura delle idee democratiche. Tra il dire ed il fare, però, c´è anche questa volta il mare, e cioè l´oceano sempre più sterminato dei metodi di governo del nostro Governatore, che sconfinano sempre di più in una inarrestabile dittatura, nel segno di una gestione sempre più personalistica e faziosa del potere”.
 
L’occupazione ‘manu militari’ di enti e società controllate dalla Regione
 
Così si esprime Cecchino Damone, consigliere regionale di Minoranza, pronto a censurare la nomina dei dirigenti alla Regione, preceduta dalla sterminata ipocrisia di avvisi pubblici per titoli dai quali viene sistematicamente premiato il vendoliano predestinato, della nomina di collaboratori formalmente prescelti dalla Giunta ma in realtà tutti funzionali ai desiderata del Presidente, come i suoi fedelissimi siellini collocati in tutte le postazioni strategiche, da INNOVAPUGLIA all´Azienda Promozionale del Turismo all´EAAP, con buona pace anche dei suoi sventurati alleati, costretti a guardare ed ingolosirsi senza poter toccare mai. Ma per Damone la vocazione dittatoriale del nostro Vendola, che non a caso fino a pochissimo tempo fa non nascondeva di voler rifondare il comunismo, si manifesta anche nella persecuzione dei soggetti che non controlla, come le strutture religiose, vedasi la Casa della Divina Provvidenza, che non esita a spingere verso la rovina, senza curarsi del danno che arreca all´intera comunità pugliese mettendo in crisi strutture altamente qualificate e talora perfino insostituibili nell´assistenza a soggetti particolarmente sfortunati. Intanto l´Assessore Barbieri realizzava il mandato di distruggere la Formazione Professionale, rea di essere figlia del passato, ben sapendo di spingere sul lastrico 800 famiglie di 50enni che non hanno più alcuna speranza di re-inserimento nel mercato del lavoro, in un´opera alacremente proseguita dall´on. Sasso. Il ‘dittatore’ Vendola decide tutto da solo in materia di tasse, di nomine, di contributi e di quant´altro passi comunque dalle parti della Regione, e se qualche suo seguace o alleato prova a ribellarsi, fa scattare la minaccia dello scioglimento anticipato del Consiglio Regionale. Che in realtà, come hanno oramai capito tutti, egli stesso non vede l´ora di lasciare perché mira a troni molto più alti, a livello nazionale. Certo, Vendola parla bene e sa ancora incantare chi non conosce la verità di una Regione allo sbando, sempre più bloccata e povera, sempre più tartassata, sempre più umiliata da servizi pubblici degradati e spudoratamente occupati dalle fameliche orde al suo servizio. Ma c´è un precedente che egli stesso ha evocato recitandone la parte in una delle tante sceneggiate in cui si produce pur di stare sempre alla ribalta, ed è quello di Masaniello, linciato dallo stesso Popolo che lo aveva elevato al potere, dopo aver constatato che della promozione degli umili in sostanza non gli importava nulla e si era comunque completamente dimenticato, mentre era sempre più dedito alla promozione di sé stesso, in una ubriacatura di potere che faceva rimpiangere perfino gli autocrati ai quali si era sostituito. Se così è, e così è, la stessa Puglia che ha inventato il personaggio-Vendola determinerà la sua ingloriosa fine. Forse per questo il nostro Governatore è in fuga permanente, salvo farsi rivedere quando c´è da imporre una nuova tassa per incrementare le spese della sua corte o da incoronare un nuovo cortigiano, sempre a spese di Pantalone.
 
Antonio De Luigi
 
 
 
 
 


Pubblicato il 15 Giugno 2011

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