Cultura e Spettacoli

“Vento di Libertà”, la graphic novel che rivaluta la figura femminile nella Storia

“Date alle donne occasioni adeguate, ed esse saranno capaci di tutto.” Dichiarava Oscar Wilde. La vicenda storica romanzata di Dina e Clarenza, due donne messinesi ricordate per essere state capaci di sconfiggere l’esercito degli Angioini, contribuendo attivamente alla liberazione della Sicilia nella seconda metà del 1200, viene raccontata nell’avvincente nuova graphic novel di Lelio Bonaccorso “Vento di Libertà” edita da edizioni Tunuè, con la prefazione della scrittrice Nadia Terranova. Attraverso un’orchestrazione capace di conferire senso perfino al volo di un gabbiano, l’opera riesce a farci percepire profumi e colori di una terra magica dalle mille sfaccettature. Nella coralità di scene di battaglia e paesaggi ameni, emerge lo stile personalissimo dell’autore, sempre capace di creare l’atmosfera giusta e una grande empatia con il lettore.

Sappiamo che le vicende storiche ti appassionano particolarmente, quale la genesi di questo romanzo a fumetti?

“Amo molto le vicende storiche legate alla mia terra, e credo che debbano essere raccontate e conosciute, poiché trovo inaccettabile che si conoscano vicende storiche di paesi stranieri trascurando le nostre. Questa storia in particolare mi interessava per la sua capacità di mettere in luce la figura della donna in un’epoca di oscurantismo, in cui veniva vista soltanto in maniera negativa o non vista affatto. Credo inoltre sia importante abbattere tutti gli stereotipi e cliché sulla Sicilia e far conoscere Il nostro grande patrimonio culturale, ricco di storie interessanti come questa legata al vespro siciliano, una delle prime rivoluzioni popolari d’Europa, ma anche tra le meno raccontate.”

Nel corso della storia le donne sono sempre state raccontate da un punto di vista maschile. Oltretutto hanno avuto sempre il bisogno di imitare l’atteggiamento maschile per affermarsi. Nella nostra epoca pensi che trovino ancora qualche difficoltà a raccontarsi senza il bisogno della loro approvazione?

“In questi personaggi femminili c’è sicuramente in parte la proiezione di un mio lato femminile. Credo che tutto sia direttamente proporzionale a quanto in ognuno di noi si riescano a mantenere in equilibrio le due  istanze. Ad ogni modo la cosa che mi affascina di questa storia è appunto che ognuno ha fatto la propria parte in accordo con quella degli altri, in vista di un obiettivo comune. E questo ha decretato poi la salvezza, insieme all’aspetto chiave che è quello dell’amore che ha reso possibile l’impossibile.”

Nella storia è proprio grazie all’amore di Dina che Jacques comprende la cosa giusta da fare. La donna è quindi capace di suscitare tutto questo. È un grande potere?

“Credo che sia appunto l’elemento chiave: la donna è madre e creatrice e quindi l’amore per eccellenza. Quello che ti dà la forza di lottare per un principio di libertà e giustizia. “

‘La Sicilia è fimmina’ si dice nel romanzo, ovvero il simbolo di una grande donna e madre, quali sono le caratteristiche femminili della tua terra?

“La Sicilia è una terra di grande bellezza che molti hanno desiderato ma che può essere spietata quando si tratta di difendere i propri figli. Nella Storia tutti hanno provato a conquistarla senza mai riuscirvi. Chi pensava di averla conquistata in realtà ne è stato conquistato. Questo a sottolineare il senso di indipendenza e fierezza che la caratterizza. Attraverso l’amore di una donna si comprende che questa è una terra i cui valori profondi vanno preservati a costo anche della propria vita.”

Colpiscono molto la caratterizzazione dei personaggi e lo stile molto personale, cosa ha comportato la loro realizzazione?

Mi piace molto documentarmi sia a livello fisiognomico, che dei costumi, storico e paesaggistico. Ho cercato comunque anche di rappresentare delle eroine che parlassero a un pubblico moderno, presentandole quindi con caratteristiche della nostra epoca.”

È la prima graphic novel completamente tua, com’è stata questa esperienza?   

“Direi fantastica. È difficile per un fumettista realizzare un’opera in maniera completamente autonoma, poiché occorre molto lavoro ed è impegnativo gestirne la regia e tutti gli aspetti. Ma credo sia una delle esperienze più belle da fare. Ci sono voluti due anni di lavoro intenso, ma ne è valsa la pena. Vorrei dire a tutti i ragazzi giovani che è importante non abbandonare la propria terra, e continuare a lottare come ho fatto io per realizzare i propri sogni, anche restandoci e valorizzandola.”

Rossella Cea

 

 

 


Pubblicato il 23 Marzo 2022

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