Cronaca

Verità scomode su Paolo, che sia fatta luce sul suo decesso

E’ andato via da poco più di una settimana ma non ha ancora avuto un funerale e sulla prematura scomparsa a causa di una fibrosi polmonare, e con l’avvento dal Covid contratto in Ospedale, Paolo è stato strappato alla sua amata moglie Patrizia, famigliari ed amici più stretti. In tantissimi hanno manifestato su propri social ed ai famigliari più stretti il loro cordoglio, anche la Ssc Bari ha pubblicato una nota perché ha fatto parte per anni degli steward e di servizio al San Nicola e non solo. Ma soprattutto nel mondo dell’associazionismo, politica e tifo sono arrivate tanti attestati di vicinanza. Tuttavia, a prescindere dal vuoto che ha lasciato Paolo Alba, va raccontata anche un’altra verità, quella che questo ragazzo, affetto da una fibrosi polmonare che lo aveva costretto anche alla carrozzina (dal mese di gennaio), è entrato in Ospedale ricoverato per un malore dovuto alla malattia (poco dopo la metà di marzo), e non è uscito più perché lì ha contratto il Covid e non ce l’ha fatta. Fatto sta che c’è una denuncia che è stata fatta, ed i suoi famigliari ed amici più stretti ma anche noi addetti ai lavori, chiediamo che sia fatta luce sulla verità. Abbiamo raccolto due testimonianze, una di un suo amico fraterno, Giuseppe detto ‘Beppe’ Alberga, e l’altra quella di Alberto Savarese detto il ‘Parigino’ e storico capo ultras della tifoseria biancorosso, entrambi hanno scelto di omaggiarlo ai nostri microfoni, e svelarci alcuni particolari su Paolo.

LA VERITA’ SU PAOLO ED IL RICORDO DI UN AMICO FRATERNO, BEPPE ALBERGA – ‘L’amicizia personale che mi ha legato a Paolo è ultraventennale, mi risulta ancora difficile parlarne al passato perché per me lui è ancora presente. Paolo era una persona splendida, formato culturalmente e molto attivo politicamente, uno che accettava sempre di mettersi in gioco. Era uno molto determinato ed anche un punto di riferimento da cui ho appreso molto politicamente parlando. Il 31 dicembre prossimo avrebbe compiuto 47 anni e pensare che abbiamo condiviso assieme anche un percorso politico molto intenso, non mi capacito ancora. Aveva a cuore la gente più debole socialmente e si è sempre prodigato da raccolte alimentari per le famiglie in difficoltà, sempre propenso con tutte le sue forze ad aiutare gli animali senza un tetto. Era tifosissimo del Bari ed ha fatto anche qualche trasferta, ma era soprattutto un collezionista di materiale ultras, comprava riviste ed aveva una collezione invidiabile, e mi svelò recentemente che alla sua morte avrebbe voluto che gli dessi un sostegno per poter vendere la sua collezione per aiutare la sua amata, Patrizia. Ha lavorato molto anche come agente di sicurezza per la BestUnion, sempre in modo professionale ma con il Bari nel cuore, ha prestato servizio in stadi importanti anche fuori dalla Puglia. Era stimato anche da parte della Curva Nord ed in particolare dagli amici dei Seguaci della Nord perché era davvero un bravo ragazzo ed un nostro fratello. Questo e tanto altro era Paolo, con il quale ho condiviso anche il mio percorso politico nell’associazione culturale Kraken e Casapound. Ci tengo a far luce su quanto Paolo abbia patito e voglio prodigarmi affinché Patrizia e la sua famiglia abbiano giustizia, prima di porgergli l’ultimo saluto. Paolo era affetto di fibrosi polmonare e quando è stato ricoverato in Ospedale a causa di un malore, anche se la sua malattia stava prendendo una brutta piega, non era affetto da Covid. In realtà poi  è avvenuto l’inverosimile ovvero che un paziente ospedaliero, quale era lui, dopo sette giorni di ricovero ed essere risultato negativo al primo obbligo di tampone effettuato, sia divenuto positivo e questo lo ha costretto ad intubarsi e di lì in poi ad avere i giorni contati, trasferendosi nel reparto per pazienti affetti da Covid, quando avrebbe meritato cure specializzate per la sua patologia. Tuttavia prima del ricovero presso il Policlinico, era stato ricoverato qualche mese addietro, presso l’ente ospedaliero ‘De Bellis’ di Castellana Grotte, ed in quella circostanza gli venne assegnata la terapia domiciliare, smentisco, invece, quanto appreso da altri organi di stampa che abbia avuto anche la consulenza di un radiologo, non c’è mai stata.  Resta di fatto che ho sentito Paolo sino a poco prima che venisse intubato e conservato gelosamente i suoi messaggi e la preoccupazione di non abbandonare la sua Patrizia e noi tutti, è davvero difficile ricordare anche questi passaggi. In una situazione di normalità avrebbe dovuto essere trattato come un paziente che doveva ricevere cure nel reparto ‘Pneumologia’, ma non è andata così e la situazione si è aggravata inevitabilmente. Per chiarezza vi svelo che quando ha contratto il virus, per precauzione sono stati obbligati i suoi famigliari più stretti compreso la moglie ad effettuare il tampone, ma tutti sono risultati negativi, la chiarezza e spiegazioni ci sembrano doverose. Infine, però voglio ricordarmi la spensieratezza e gioia di Paolo, specie quel 7 marzo scorso quando è convolato a nozze e nel pieno rispetto delle norme del DPCM ed ha festeggiato insieme a pochi intimi amici in una pizzeria, Anche in carrozzina ha sorriso alla vita pur consapevole della situazione. Chiediamo solo che sia fatta luce sulla verità e di dare una degna sepoltura a Paolo”.

IL RICORDO DI PAOLO, TIFOSO BIANCOROSSO E COLLEZIONISTA, da parte di Alberto Parigino – ‘Paolo lo conosco da quando da quando ero il segretario cittadino del Fronte della Gioventù a Bari e lui si avvicinava alla politica militante. Sapevo che era un attivista in associazioni in difesa degli animali ed aveva anche un soprannome per gli amici molto simpatico che un suo caro amico Fabio gli aveva affibbiato ‘Greenpeace’, e lui stesso sempre con il sorriso si presentava così. Poi aprì il negozio di animali, vicino una nota piazzetta di Poggiofranco ed avendo sempre amato gli animali divenni suo cliente. Ricordo inoltre bene quando al vecchio ed uno degli storici club degli ultras nei pressi di un luogo di ritrovo ed aggregazione lì di fronte, veniva a trovarci e tra una birra ed un pezzo di focaccia alla barese maniera, si parlava del mondo ultras, delle nostre idee e degli episodi di vita quotidiana. Non veniva spesso in trasferta per lavoro ma anche perché era molto attivo politicamente e capitavano spesso cortei o banchetti in concomitanza, ma mi è stato riferito da chi era con lui in quell’esperienza che era sempre munito di cuffiette. Tuttavia, la malattia lo aveva segnato fisicamente ma senza mai perdere lucidità. Due mesi fa l’ho sentito per l’ultima volta ed era cosciente della sua situazione, e mi raccontava della sua voglia di tornare ad aiutare la gente, cosa che ha fatto sino a che ha avuto la forza. Quando non ha più potuto aiutare le famiglie in difficoltà ha aperto un conto e tessera postepay, e tramite con l’avallo di due amici, di cui uno direttore di un supermercato, ha messo a disposizione dei buoni spesa. Un eroe di questi tempi. Vi racconto anche la sua passione per il mondo ultras oltre che collezionista di materiale con il quale ne ho anche scambiato. A tal proposito vi svelo una delle tante volte che venne a Palese da me, da buon barese non veniva mai a mani vuote ed in una di queste occasioni gli dissi ‘Paolo aspetta qua un attimo ho un presente per te’, andai in camera e gli regalai una ‘reliquia’ ultras, se ne andò con gli occhi lucidi e contento come un bambinone. Paolo era un ragazzo pieno di vita e quando mi ha chiamato un mio fratello di curva per darmi la notizia, ci sono rimasto male. Ricordo, infine, un bel gesto fatto dagli amici della curva, i quali appena fu ricoverato sono corsi a mettere uno striscione e a salutarlo da fuori: ‘Paolo non mollare’. Resta il rammarico di aver perso ancora un altro amico per questa malattia, il primo tifoso ed amico ad essersene andato per colpa del Covid, è stato Tarquinio ‘il gigante buono’, adesso è toccato a Paolo, basta!”.

M.I.

 

 

 

 


Pubblicato il 5 Maggio 2021

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