Via Sparano, i lavori finalmente sono terminati ma…
“Abbiamo formulato il testo delle petizioni, ci siamo impegnati nella raccolta delle firme, presidiato i punti raccolta e i banchetti, coinvolto le attività commerciali e partecipato ai tavoli tecnici della consulta”
Sembra una battuta sarcastica quella del Sindaco Antonio Decaro, quando afferma felice e soddisfatto che l’operazione rifacimento di via Sparano sia stata la “più partecipata della storia cittadina”. Per il comitato di cittadini sorto proprio per seguire passo dopo passo quell’appalto e successivi lavori, il primo cittadino continua a “mistificare” la realtà a beneficio dei suoi sostenitori. E di chi, evidentemente, non partecipa alla vita cittadina. Motivo? <<Abbiamo formulato il testo delle petizioni, ci siamo impegnati nella raccolta delle firme, presidiato i punti raccolta e i banchetti in via Sparano, coinvolto le attività commerciali, partecipato a tavoli tecnici della consulta, fatto valere le nostre (di tutti gli oltre 6mila firmatari) ragioni, nei confronti del Comune che asserì l’invalidità della petizione, sottoposto al sindaco la richiesta di un incontro pubblico per discutere la questione via Sparano. Insomma, ci siamo prodigati sin da subito per far valere il principio di democrazia partecipativa alla base di ogni società civile. Eppoi…>>
E dopo…?
<<Credendo i quella democrazia partecipata, abbiamo provveduto per nostra iniziativa alla presentazione d’una richiesta di discussione in seduta pubblica del progetto e alcuni hanno anche partecipato attivamente al tavolo tecnico della Consulta dell’Ambiente, provvedendo a consegnare il risultato del lavoro, utile contributo tecnico al dibattito sul progetto, direttamente al Sindaco. Dimentica il Sindaco di aver rifiutato ben due raccolte di firme, perfettamente legali e di un numero superiore sia rispetto a quanto stabilito dal regolamento comunale, che mai raccolte nella storia delle petizioni popolari della città. Dimentica, inoltre, di non aver voluto accogliere la richiesta di un confronto pubblico, relegando la “partecipazione” cittadina all’ennesima vetrina personale in cui illustrava un progetto su cui tutte le decisioni erano già state prese. Dimentica che tutte le richieste fatte dal comitato e le previsioni relative alle palme espiantate e reimpiantate in altri spazi, sono tutte morte>>.
Quelle palme che si trovavano nei ‘vasconi’ all’imbocco di via Sparano? Un vero peccato…
<<Certo, un vero peccato perchè parliamo di quel verde che a Bari quasi non esiste, soprattutto in una via in cui la componente vegetazionale era presente da diversi decenni. Una componente che assicura tanti vantaggi di natura ambientale come ombreggiamento, ventilazione naturale, assorbimento di anidride carbonica, oltre che di natura percettiva. Ma vogliamo parlare di quei tanto osannati ‘salotti’ che dovevano assolvere alla funzione sociale della strada? Beh, quelli che esistono agli angoli di via Sparano perdono sostanza nel momento in cui le sedute sono scomode, senza schienale, non ombreggiate da alberi o coperture. Insomma, un po’ come arredare il salotto di casa solo con sgabelli. Senza stare a ripetere cose dette e stradette, in questa operazione di restauro della più famosa strada cittadina si è bussato a denari non in nome delle opere da realizzare, bensì dei lavori da terminare. Progettare per spendere, anziché spendere per realizzare>>.
Insomma, è andato tutto storto, con questi lavori?
<<Ma se è accaduto che la cittadinanza, ancor prima della pubblicazione del bando, abbia chiesto civilmente di rivedere un progetto, datato 2007, contestato già allora da 3mila baresi, con una petizione popolare? Ma se ci sono state ben otto varianti progettuali, verificabili sul sito dello stesso Comune per un’opera non sottoposta ad analisi costi – benefici? E’ successo che l’idea di base del progetto vincitore, quella della “strada-museo”, senza palme e senza verde sia stata stravolta, con l’eliminazione di tutte le sculture previste, passando a un nuovo concept (i basamenti delle sculture che diventano sedute, scomode). Ma è successo pure che amministrazione e assessori abbiano difeso “l’effetto cannocchiale” al punto da essere poi seccamente smentiti dalla mancata regolamentazione della presenza dei gazebi sulla strada. Tanto che la stessa soprintendenza nel 2014 abbia scritto al Comune, tra le prescrizioni: “6. si ritiene opportuno che codesta Amministrazione disciplini adeguatamente l’eventuale occupazione dello spazio pubblico della strada da parte degli esercizi ristorativi”>>.
Ma possibile che al Comune il Comitato di via Sparano sia sempre stato visto come fumo negli occhi?
<<Il sindaco Decaro ha sempre dichiarato pubblicamente di non voler rivedere e sospendere il progetto a nessun costo, anche se il comitato per il no al progetto cosi come presentato ha raccolto 2915 firme con una petizione, chiedendo la sospensione temporanea dell’affidamento. Petizione respinta tra responsabilità rimpallate dall’allora Segretario Generale al Capo di Gabinetto del Sindaco. E lo stesso comitato, raccolte in meno di tre giorni 1445 firme, provviste di documento di identità, poi nessuno ha dato riscontro alla stessa. Insomma, la nostra Via Sparano avrebbe meritato più attenzione, più sensibilità da parte di quell’amministrazione che ha affermato di aver consultato i cittadini nel momento in cui ha esposto delle immagini rendendole pubbliche, senza neanche una spiegazione, o la possibilità di esprimere il proprio gradimento o disappunto>>.
Francesco De Martino
Pubblicato il 15 Febbraio 2019