Cronaca

Via Sparano: ‘isole verdi’ con vista ‘monnezza’ ad ogni angolo

Ecco come si presentava l’isola verde con tanto di panchine e alberelli all’angolo tra via Sparano e via Principe Amedeo, con a fianco un paio di cassonetti dei rifiuti stracolmi già dal mattino. E proprio di fronte, dulcis in fundo, i tubi che spuntano dal suolo, ben recintati, in attesa dei lavori di completamento, giusto per dare l’impressione che tra incroci verdi, fioriere e panchine, il cuore pulsante di Bari non solo è finito per costare quasi il doppio di quanto preventivato, alle tasche dei baresi, ma con estetica e gusto non ha proprio nulla da spartire. Forse quei cassonetti e bidoni piazzati a ogni angolo di via Sparano, non certo solo all’angolo con via principe Amedeo, danno le dimensione di come sono state progettate quelle cosiddette ‘isole’ con panchine e verde annesso, per far capire subito di che pasta sono fatti i cittadini baresi. O forse per creare quel ‘filtro’ tutto “verde e monnezza” da sempre presente nella nostra Città, che magari impedisca l’attraversamento senza strisce agli incolpevoli pedoni, trasformando via Sparano in una <<…vera via pedonale>>, come spiegano a ogni piè sospinto gli amministratori civici, beati loro. Sul modello, tanto per intenderci, delle grandi strade commerciali delle altre città italiane. Eggià perché, lasciando per un attimo da parte isole a verde ed ecologiche, il progetto originario che s’è aggiudicato tanto di bando e appalto a suo tempo, cosa prevedeva, l’allungamento d’una stradella di periferia? Chi ha fatto le pulci al contestatissimo ‘restyling’ di Via Sparano, al netto degli sapzi destinati all’azienda deputata alla raccolta dei rifiuti urbani,  ha verificato come non solo sia costato ai contribuenti baresi già 3,6 milioni di euro di fondi, costringendo l’Ente a impegnare un altro milione e mezzo per realizzare queste benedette isole verdi con cassonetti annessi a ogni angolo della nuova Via Sparano. Ricapitolando: il progetto Salimei – vincitore del concorso europeo – pagato dal Comune di Bari all’architetto romano, non solo non s’era obbligati come Amministrazione a realizzarlo, ma per di più è stato realizzato un progetto diverso da quello vincitore. Il cantiere come si vede risulta ancora in corso d’opera – …e siamo a fine settembre – col bollino di “cantiere evento” come annunciato dal primo cittadino ed ha subito finora ben otto varianti, con un’altra modica per la modica cifra di un milione in mezzo. Insomma, un milione e mezzo di euro per le “isole verdi” con annesse “isole ecologiche” piene di sacconi di rifiuti a ogni angolo, a stretto contatto con le vetrine luccicanti tanto reclamizzate nei depliant distribuiti a commercianti e residenti. E dire che un po’ di tempo fa l’assessore ai Lavori Pubblici Galasso e il Sindaco Decaro presentavano presso la Caserma Rossani i ‘rendering’ delle nuove isole a verde, un progetto realizzato dall’architetto Francesco Marzulli per la De Marco Costruzioni, poi fatto proprio da questa Amministrazione senza badare ai cassonetti di risulta piazzati in questi mesi e, si spera, da spostare altrove -…ben lontano – al più presto. E lasciamo perdere che queste cosiddette isole verdi alla fine costeranno una cifra esorbitante, se pensiamo che equivale a quasi metà dell’importo totale dell’appalto, ma proprio non si possono eliminare senza aspettare altro tempo quei cassonetti così brutti e sporchi, sempre stracarichi di sacchi e sacconi stracolmi di materiali di risulta? Isole verdi e costose, dunque, in una via Sparano che annaspa pure tra cassonetti e rifiuti…e non si vede ancora il fondo!

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 27 Settembre 2018

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