Cultura e Spettacoli

Via Tredici Italiani, Cerignola non dimentica

A poca distanza dalla Chiesa Madre a Cerignola scorre via Tredici Italiani. Sarebbe bello, oggi, se fiori ornassero una delle targhe che segnalano quella via (unica in tutta la Puglia). Sarebbe bello perché ricorre oggi il 55esimo anniversario della strage di Kindu. E’ quest’ultima una città della Repubblica Democratica del Congo dove l’11 novembre 1961 vennero trucidati tredici aviatori italiani facenti parte del contingente operativo dell’ONU inviato a ristabilire l’ordine nell’allora Ex Congo Belga sconvolto dalla guerra civile. Al momento dell’indipendenza il Belgio aveva lasciato il Congo in un completo caos politico e amministrativo. Grandi interessi internazionali e finanziari agirono poi per rendere più grave la situazione favorendo la secessione del Katanga, la più ricca provincia del paese. Lo scoppio della guerra portò all’intervento delle Nazioni Unite. I tredici aviatori italiani, che appartenevano a due distinti equipaggi, la mattina di quell’11 novembre decollarono da Leopoldiville, la capitale, per portare rifornimenti alla piccola guarnigione malese dell’ONU che controllava l’aeroporto di Kindu, ai margini della foresta equatoriale. Ma a Kindu, dove erano presenti circa duemila soldati congolesi, era dato per imminente l’arrivo di mercenari  belgi filo-katanghesi. Al loro arrivo i due apparecchi italiani vennero scambiati per velivoli nemici. Centinaia di soldati congolesi, allora, raggiunsero l’aeroporto, dove trovarono i tredici italiani nel locale mensa in compagnia di una decina di ufficiali del presidio malese. Scambiati per quei mercenari, i nostri soldati furono arrestati e incarcerati. Poi la situazione degenerò e in circostanze rimaste oscure i tredici sfortunati furono uccisi a colpi di mitra all’interno delle loro celle. Si disse che alla strage fecero seguito atti di cannibalismo. Falso. E’ vero invece che, abbandonati sul posto, quei poveri resti furono spostati poche ore dopo dal direttore del carcere il quale, temendone lo scempio, li trasportò con un camion fuori città per seppellirli in una fossa comune del cimitero di Tokolote, un piccolo villaggio sulle riva del fiume Lualaba, ai margini della foresta equatoriale. Tale fossa fu individuata nel febbraio dell’anno successivo ; una settimana dopo le salme vennero rimpatriate. Dopo l’eccidio in segno di lutto i piloti e gli assistenti di volo dell’Alitalia chiesero che la cravatta blu d’ordinanza venisse sostituita da una cravatta nera. Solo nel 2015 in un quadro di rinnovamento d’immagine dell’azienda, la cravatta nera degli assistenti di volo è stata sostituita da una cravatta in fantasia regimental. I piloti invece continuano a indossare la cravatta nera d’ordinanza.

Italo Interesse


Pubblicato il 11 Novembre 2016

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