Videotrappole, va bene. Ma i cani…?
Le videotrappole funzionano. Dall’inizio di quest’anno sono state 102 le sanzioni comminate a danno di chi si libera per strada dei rifiuti, ingombranti e non. Un successo agevolato dal fatto che questi trasgressori, trasportando l’immondizia a bordo di auto, si rendono identificabili attraverso il numero di targa. Si fa quel che è possibile per mantenere la città pulita (da qualche giorno nei giardini e nelle piazze viene sparso mangime inibente della capacità riproduttiva dei piccioni). Ma non basta, resta la piaga delle deiezioni canine non rimosse. Si calcola che a Bari vivano quarantamila cani… Certo, gli animali non costituiscono una novità all’interno dei centri abitati, ma quarantamila cani sono un’enormità. Ancora negli anni cinquanta, fra carrozze e altri servizi ippotrainati, giravano per Bari mandrie di cavalli. E prima ancora, nell’Ottocento, i pastori spingevano sino alla periferia della città le loro mandrie per mungerle sotto gli occhi degli abitanti e vendere quel buon latte. E si sa, anche cavalli, somari, muli, bardotti, capre e pecore non conoscono ‘l’educazione’…. Erano altri tempi, però. Il servizio di nettezza urbana non lesinava posti di lavoro e gli spazzini in giro costituivano la regola piuttosto che l’eccezione. In ogni caso, una pur considerevole quantità di equini e bovini non regge il confronto con la biblica moltitudine di cani che popola Bari. Ciò detto, e premesso che il miglior amico dell’uomo e chi l’accompagna non hanno un numero di targa, come risolvere il problema di marciapiedi lerci? La mancanza di soluzioni fa cascare le braccia. Perché non si può pretendere con quarantamila cani a spasso per strada, e i problemi di ordine pubblico che una grande città solleva in fatto di sicurezza, che pattuglie distolte da obiettivi prioritari si appostino per cogliere in flagranza di reato gli incivili di turno. Per incastrare questi infelici ci vorrebbe una videocamera ad ogni angolo di strada, in modo da pedinare i colpevoli fin sotto il portone di casa. Ma tanta invadenza virtuale non sa di Grande Fratello? A parte il fatto che non si saprebbe come scucire una simile cifra per acquistare e collocare migliaia e migliaia di videocamere. Che fare allora, vietare l’esistenza dei cani in città o vietarne la quotidiana ‘ora dell’aria’ costringendo bestie innocenti a vivere come gatti domestici? Impensabile. Altrettanto impensabile consentire a chiunque di filmare i trasgressori e intascare una ricompensa dall’Autorità a cui il filmato venisse consegnato (oltre che odiosa in sé, la soluzione aprirebbe la strada a nuove modalità di ricatto). Così, indolenti e furbetti trovano ancora come farla franca, a tutto danno della pubblica igiene e del decoro collettivo. In conclusione, l’unica resta insistere ostinatamente con i richiami al buon senso attraverso qualunque mezzo di comunicazione, a cominciare da queste povere righe. Dammi tempo che ti faccio il buco, disse l’acqua alla roccia.
Italo Interesse
Pubblicato il 26 Maggio 2017